Ferite, lividi, ecchimosi, persino ustioni provocate dall’uso troppo ravvicinato e insistente di un phone per capelli nell’intento di far sparire le tracce della violenza. Ha restituito tutto questo e molto di più il corpo di un’anziana ultraottantenne maltrattata. A ridurla così sarebbe stata, secondo le ricostruzioni degli investigatori, la sua badante di 29 anni. Ingaggiata cinque mesi fa dalla famiglia dell’anziana per accudirla, sembra che la convivenza tra le due sia stata problematica sin dall’inizio. «Non è semplice gestire una persona anziana, evidentemente mancava la necessaria pazienza», spiegano oggi gli investigatori. La 29enne infatti non avrebbe sulle spalle un passato di violenza o di disturbi di alcun tipo.
La famiglia dell’anziana non si è accorta immediatamente di quanto stava accadendo. La preoccupazione è scattata solo dopo l’ennesimo episodio, il più grave, in seguito al quale è stato necessario portare l’anziana donna, già sofferente e invalida, al pronto soccorso, dove è stata subito ricoverata in codice rosso per via delle fratture plurime riportate. È ottobre del 2018, le indagini partono proprio da questo momento, grazie soprattutto alla segnalazione partita dal medico che ha visitato l’anziana donna, che avrebbe anche raccontato il contesto e alcuni dettagli di quanto subito dalla badante con cui conviveva.
I poliziotti hanno dovuto faticare per districare il groviglio di violenze, miserie, omissioni e superficialità nascoste dietro le violenze sopportate dalla vittima. Sarebbe stata proprio la difficile convivenza tra le due donne a spingere la giovane badante a queste vessazioni continue per gestirla. Che, però, lasciavano segni evidenti, che cercava di giustificare, soprattutto coi parenti dell’anziana, alludendo a cadute dentro casa o a banali incidenti domestici. Nel tentativo di nascondere le ferite sul suo corpo le avrebbe anche provocato gravi ustioni, poggiandole su schiena e torace il phone, nell’illusoria convinzione che le alte temperature avrebbero accelerato la guarigione dei numerosi lividi procurati dalle percosse.
Tutti elementi che hanno subito messo in allarme i medici che hanno curato la vittima, non appena è stata portata in ospedale. Riscontri ed audizioni delle numerose persone coinvolte nella vicenda hanno fatto il resto, permettendo di chiudere il cerchio attorno su uno scenario di pura violenza. Fino all’arresto della 29enne, che adesso deve rispondere di lesioni personali aggravate e maltrattamenti a convivente. Il provvedimento restrittivo dei domiciliari è stato disposto dal gip del tribunale di Palermo.
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