Maltempo, dopo il nubifragio notturno danni e disagi Una quarantina gli interventi dei vigili del fuoco

«Abbiamo 40 interventi in coda: alberi su strada, cartelloni divelti, cornicioni staccati e tettoie crollate. Routine, insomma, ma al momento nulla di preoccupante». Dalla sala operativa dei vigili del fuoco il bollettino mattutino, dopo il nubifragio di ieri notte, è rapido. Danni e disagi da una parte all’altra della città, ma per fortuna senza gravi conseguenze. Non ci sono feriti né grossi danni alle cose. Le situazioni più critiche in viale Regione siciliana, in via Ugo La Malfa e nella borgata di Mondello con diverse strade trasformate in fiumi d’acqua.

Oltre alle forti raffiche di vento e alla pioggia, che dopo qualche ora di pausa ha ripreso a sferzare nuovamente questa mattina, ieri notte (intorno a mezzanotte) una violenta tempesta di grandine si è abbattuta sulla città. Con chicchi grandi come noci che, di fronte alla Cattedrale, hanno pure provocato qualche lieve ferita ai passanti. Intanto squadre di vigili del fuoco sono in azione anche in provincia: a Termini Imerese, dove i pompieri hanno messo in sicurezza un’abitazione, Ficarazzi e Petralia. E ancora a Casteldaccia in contrada Tudia e in via Nazionale, a Misilmeri, sulla strada statale 113 nei pressi di Santa Flavia, sulla ss 118 a Corleone, a Cerda in via Roma, a Balestrate in via Madonna del Ponte, a San Martino delle Scale vicino alla piazza e a Partinico in via Dalla Chiesa. Disagi poi anche nei collegamenti via mare tra la Sicilia e le sue isole minori, con la Siremar che ha interrotto le corse delle navi dall’isola agli arcipelaghi.

A causa del maltempo poi si sono guastati i compressori nel reparto di odontoiatria dell’ospedale Cto Villa Sofia a Palermo. Questa mattina e per almeno una settimana gli interventi sono stati sospesi. I pazienti, rimandati a casa, hanno chiamato la polizia, che ha parlato con il primario. Nei giorni scorsi, sempre al reparto di Odontoiatria, era stato segnalato che su sette poltrone da dentista, solo due erano funzionanti, guasti che avevano ridotto la capacità di interventi rivolti soprattutto a disabili e pazienti che appartengono alle fasce più deboli.

Andrea Turco

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