Un altro mese di esercizio provvisorio. L’Assemblea regionale alla fine ha deciso di dedicare ancora 4 settimane all’esame dei documenti finanziari proposti dalla giunta di governo. Un testo che non ha affatto convinto i deputati e che ha spaccato la maggioranza che sostiene l’esperienza di Rosario Crocetta a Palazzo d’Orleans. Gli strascichi hanno comportato non pochi problemi all’ex sindaco di Gela, dal passaggio all’opposizione del presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo, alla richiesta di dimissioni per l’assessore ai Beni Culturali, Carlo Vermiglio, fino alla bufera che si è abbattuta su Gianluca Micciché rispetto alla vicenda dei due ragazzi diversamente abili lasciati a fare anticamera dietro una porta chiusa in assessorato.
Ma mentre la maggioranza continua a litigare sulla finanziaria (gli emendamenti presentati fino alla scorsa settimana erano stati più di 1.200), ecco il colpo di spugna della commissione Bilancio che si è arresa all’evidenza di un accordo che non c’è e che non si sarebbe certo potuto trovare in una settimana. La resa dei conti arriverà domani, quando i deputati dovranno discutere la proposta della commissione guidata da Vinciullo di proseguire nell’esercizio provvisorio, proprio nel giorno in cui invece sarebbe dovuto iniziare l’esame del Bilancio e della Finanziaria.
Cosa comporta tecnicamente l’esercizio provvisorio? Si tratta di uno strumento che consente, qualora entro il 31 dicembre dell’anno precedente non si sia arrivati ad approvare il bilancio, di applicare una sorta di bozza non definitiva, cioè il progetto di bilancio non ancora approvato, e quindi di riscuotere le entrate e di pagare le spese indispensabili secondo il progetto del governo.
Naturalmente in questo modo è possibile saldare soltanto la spesa corrente (dal personale, alle utenze, fino ai servizi indispensabili), mentre tutto il resto rimane sospeso. L’esercizio provvisorio può essere prorogato fino a un massimo di quattro mesi e non è stato raro nel recente passato (soprattutto durante il governo Lombardo) assistere a interminabili maratone di fine aprile che portavano all’approvazione dei documenti finanziari nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio. Una prassi che il primo inquilino di Sala d’Ercole, Giovanni Ardizzone, si è ripromesso di non proseguire durante la sua presidenza, imponendo ai deputati il rispetto degli orari e limitando a sporadiche occasioni il ricorso a sedute notturne.
Già a dicembre Crocetta aveva presentato una prima bozza di bilancio, nella speranza che venisse approvato entro la fine dell’anno. Ma anche in quel caso i tempi sembravano troppo risicati e, soprattutto, mancava l’accordo politico per approvare l’ultima finanziaria della legislatura. Così nell’ultimo scorcio del 2016 il governo si è arreso all’ipotesi dell’esercizio provvisorio per 60 giorni. Che adesso diventano 90, cioè fino al 31 marzo. Se anche questa volta la maggioranza non riuscisse a mettersi d’accordo nelle prossime settimane, potrebbe sempre ricorrere ad altri 30 giorni di esercizio provvisorio. Gli ultimi. Poi il bilancio dovrà per forza essere approvato.
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