UN NUOVO CAPITOLO GIUDIZIARIO PER LA SOCIETA’
C’era una volta una società, finita nel mirino dei magistrati, perché ‘puzzava’ di mafia. Affari grossi: la metanizzazione della Sicilia. Visto l’odore che esalava, dopo numerose inchieste, l’anno scorso la Direzione distrettuale antimafia, ha disposto il sequestro di 50 milioni di euro nei confronti di un gruppo imprenditoriale siciliano che aveva curato, dai primi anni ’80 fino ai primi anni del 2000, la metanizzazione di tanti Comuni della nostra Isola. Un gruppo imprenditoriale riconducibile agli eredi di Ezio Brancato.
Parliamo della Gas spa, società nata nei primi anni ’80 del secolo passato e cresciuta allombra della politica. Tutta. E non solo politica a quanto pare.
Oggi, a distanza di una anno da quel clamoroso sequestro, con un nuovo provvedimento, è stata disposta l’amministrazione giudiziaria – con conseguente sospensione temporanea dell’amministrazione – nei confronti di due costole della società originaria (che intanto è stata venduta agli spagnoli): la Gas Natural distribuzione Italia con sede in provincia di Bari e la Gas Natural vendita Italia con sede a San Donato Milanese
Le indagini si erano concentrate, in primo luogo, sulla genesi del gruppo, costituito negli anni ’80 da un ex dipendente regionale, successivamente divenuto imprenditore” grazie all’investimento di ingenti risorse finanziarie di dubbia provenienza, che si è presto sviluppato con la protezione di Cosa Nostra e degli appoggi politici, in particolare dell’ex Sindaco di Palermo, Vito Ciancimino.
Dalle ulteriori indagini è emerso il possibile coinvolgimento delle due società nell’agevolazione di imprenditori già sottoposti ad indagini di polizia giudiziaria e misure di prevenzione, ai sensi della normativa antimafia, mediante condotte reiterate nel tempo che in alcuni casi avrebbero consentito ad imprese considerate vicine ad ambienti criminali di neutralizzare i provvedimenti cautelari inflitti e di continuare a consolidare la propria espansione in alcune regioni della penisola nel settore del gas metano.
Questa misura, spiega la Guardia di Finanza, ha la finalità di impedire che la criminalità organizzata strumentalizzi attività economiche esercitate da aziende lecite per realizzare propri interessi illeciti; in pratica, i responsabili delle diverse sedi locali dell’azienda dovranno temporaneamente cedere la gestione agli amministratori giudiziari, ponendosi sotto tutela dell’Autorità Giudiziaria, la quale, al termine del periodo, valuterà la sussistenza dei presupposti per restituire o meno la gestione ‘bonificata’.
Dell’incredibile storia di questa società, fatta di affari milionari e di collusioni politiche mafiose, vi abbiamo raccontato nel dettaglio in questo articolo.
Mafie e metano: mega sequestro per gli eredi Brancato
Il Tesoro a tutto gas di Vito Ciancimino
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