Mafia, una scuola sarà intitolata a Giuseppe Di Matteo «Per restituirgli una memoria troppo a lungo negata»

Una scuola intitolata a Giuseppe Di Matteo, il giovane figlio del pentito Santino che fu prigioniero della mafia corleonese per 779 giorni e venne poi strangolato e sciolto nell’acido l’11 gennaio 1996 . È la proposta che arriva dal Comune di Palermo, per bocca dell’assessora Giovanna Marano: «Sarà un tributo alla memoria di una vittima innocente della peggiore atrocità mafiosa». La scelta della giunta Orlando era stata annunciata lo scorso 22 febbraio al cinema Rouge et Noir, durante un dibattito con gli studenti seguito alla proiezione di Sicilian Ghost Story, il film che ripercorre con toni fiabeschi una tra le più drammatiche vicende nella storia delle vittime di Cosa nostra. 

I due registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza commentano con un mix di stupore e felicità. «L’annuncio arriva dopo mesi di proiezioni scolastiche del film a Palermo e in tutta la Sicilia – dicono -. Una notizia che riempie di orgoglio tutti coloro che hanno contribuito a realizzare Sicilian Ghost Story. Siamo grati a tutti gli studenti, gli insegnanti e gli istituti che li hanno aiutati a dare forma a un percorso di matinee e di incontri che va avanti da maggio 2017, senza tutti loro sarebbe stato impossibile arrivare fino a qui. E non c’è box office che batta questo risultato: una scuola dedicata a Giuseppe Di Matteo, per cominciare a restituirgli la memoria troppo a lungo negata».

Il film Sicilian Ghost Story, intanto, continua a mietere successi: da Belgrado all’Irlanda (dove sarà proiettato in anteprima al Dublin International Film Festival). Grassadonia e Piazza in questi giorni sono impegnati nel tour di promozione all’estero della pellicola che, interamente girata a Troina e nei boschi sui Nebrodi, ha aperto la Settimana della Critica al festival di Cannes. Ancora più apprezzamenti, poi, il film li ha avuti tra i giovanissimi grazie anche all’impegno di tanti docenti che hanno scelto di raccontare e diffondere la storia del piccolo Di Matteo.

«Ringraziamo tutte le scuole, le insegnanti e gli insegnanti che in questi mesi hanno amato il film – affermano ancora i registi – e voluto che gli studenti lo scoprissero al cinema. E ringraziamo le migliaia di ragazzi italiani incontrati nei dibattiti da ottobre scorso ad oggi, il loro interesse vivo e commosso ogni giorno ci ricorda i motivi per cui abbiamo fatto questo film, che è un atto d’amore per Giuseppe Di Matteo». 

Andrea Turco

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