Mafia, sequestro da un milione per gli eredi di Cascio Il defunto boss di Valledolmo era dedito alle estorsioni

Immobili, aziende e disponibilità finanziare per un valore complessivo di oltre un milione di euro sono stati sequestrati agli eredi del defunto Mario Rosolino Cascio. L’uomo, classe 1953, è stato indagato nell’ambito dell’operazione Black cat per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e per detenzione e porto illegale di armi, condotte aggravate dal fine di agevolare
l’attività delle
associazioni di tipo mafioso

Le indagini, condotte dalla compagnia dei carabinieri di Termini Imerese, nel 2016 hanno portato all’
arresto di 33 persone riconducibili ai
mandamenti di Trabia e San Mauro Castelverde. Cascio è morto nel 2015, quindi prima dell’esecuzione dei provvedimenti cautelari,
ma le indagini hanno permesso comunque
di acclarare che avrebbe diretto la famiglia mafiosa di Valledolmo. In particolare, Cascio si sarebbe dedicato a estorsioni, atti intimidatori e danneggiamenti, intrattenendo rapporti clandestini con diversi sodali del suo mandamento e di altri. Svolgendo funzioni direttive, inoltre, Cascio si sarebbe posto anche come punto di riferimento per
l’approvvigionamento di armi per l’organizzazione
.

La procura della Repubblica di Palermo, pertanto, ha delegato accertamenti economico-patrimoniali agli specialisti del Gico del nucleo di
polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, che hanno evidenziato una
significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati nel tempo. 

Sulla base di quanto emerso, il tribunale ha disposto il sequestro di due
immobili
, due aziende (un minimarket e una rivendita di pietre e marmi) tutti a Valledolmo, e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a oltre un
milione di euro
. Nello specifico, il provvedimento di sequestro è stato emesso nei confronti della moglie e dei figli di Cascio.
Il tribunale, infatti, ha ritenuto che i beni fossero
frutto
delle attività illecite di Cascio
o il reimpiego dei proventi. 

Marta Silvestre

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