Beni per dieci milioni di euro sono stati sequestrati al 59enne Domenico La Valle, di Messina. L’uomo, un imprenditore attivo nel settore dell’installazione dei videopoker, è accusato di essere ai vertici di un clan operante nella zona sud della città.
Per la Dda, La Valle avrebbe sfruttato i legami con la criminalità organizzata per imporsi negli affari. A parlare di lui sono diversi collaboratori di giustizia, che lo hanno indicato come punto di riferimento per la cosca Trovato, divenendone il volto imprenditoriale. L’uomo, peraltro, un anno fa è stato condannato a 13 anni per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, violenza privata, gioco d’azzardo, reati fiscali, usura e lesioni.
L’accettazione delle macchinette all’interno degli esercizi commerciali garantiva ai titolari la protezione del clan. Un controllo che sarebbe passato anche da servizi di vigilanza e ronde notturne, che, nel caso della scoperta di furti ai danni dei negozi, intervenivano obbligando i ladri a restituire la refurtiva. Nell’ambito delle indagini che hanno portato a rafforzare la richiesta della misura preventiva da parte della procura di Messina sono stati scoperti anche episodi di violenza: un uomo, per esempio, fu pestato perché accusato di essere stato fortunato in quanto si trovò a giocare nel momento in cui il videopoker, manomesso con software illeciti, aveva garantito una vincita non autorizzata dal gruppo criminale.
Il timore di subire un sequestro aveva portato La Valle a cercare di intestare le attività a lui riconducibili a prestanomi, che soltanto formalmente figuravano i proprietari delle società. Tentativi che si sono rivelati vani e che sono stati presto ricostruiti dalla guardia di finanza.
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