Trentatré anni ad aprile e un patrimonio sul quale la Direzione investigativa antimafia, adesso, ha messo i sigilli di una confisca stabilita dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania. Il valore del patrimonio supera gli 800mila euro e, tra i beni sequestrati, c’è anche la famosa villa in contrada Passo del cavaliere, vicino Bicocca. Andrea Nizza ha un nome importante, nonostante la giovane età. Ex superlatitante e ritenuto al vertice di un clan che porta il cognome suo e dei suoi quattro fratelli e che, per conto della famiglia Santapaola-Ercolano, gestirebbe lo spaccio nelle due piazze più redditizie di Catania: Librino e il cuore di San Cristoforo.
La confisca del patrimonio riconducibile al giovane Nizza arriva a poco più di un anno di distanza dal sequestro. A luglio 2017 per la prima volta le forze dell’ordine fanno irruzione in immobili lussuosissimi, ritenuti nelle disponibilità del giovane Andrea e dei due fratelli più grandi: Salvatore e Daniele. In totale, i beni finiti nelle mani dello Stato valgono circa quattro milioni di euro ed evidenziano uno stile di vita à la Gomorra. Possibile, secondo i pentiti, grazie ai proventi del redditizio business della droga.
Andrea Nizza aveva fatto perdere le sue tracce alla fine del 2014. Quando il tribunale etneo lo aveva condannato a sei anni e otto mesi, nell’ambito del processo scaturito dall’operazione Fiori bianchi. Da quel giorno Nizza era diventato introvabile. Un «leone» ammirato dai suoi anche perché è stato difficile trovarlo, grazie anche a una fitta rete di fiancheggiatori. Il ministero dell’Interno lo aveva inserito nella lista dei cento latitanti più pericolosi. Dall’alba del 15 gennaio 2017, però, è in carcere anche lui.
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