Non più associazione mafiosa, ma concorso esterno. Viene rimodulata così l’accusa nei confronti dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, arrestato a inizio marzo nell’ambito dell’operazione Scrigno della Dda di Palermo. Sul politico trapanese, che nel corso della propria carriera ha fatto parte del Movimento per l’autonomia, di Articolo 4 e infine del Partito democratico, pesa l’ombra di avere stretto rapporti con Cosa nostra per ottenere voti in cambio della garanzia di essere referente sul territorio per gli interessi dei mafiosi.
Accuse che hanno spinto i magistrati a chiedere e ottenere la custodia cautelare per il reato descritto dall’articolo 416 bis del codice penale. Il tribunale del Riesame, a cui si è rivolto l’avvocato di Ruggirello Vito Galluffo, ha alleggerito la posizione del politico rimodulando il reato in concorso esterno. L’ex deputato per adesso resterà comunque in carcere.
Al centro dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia ci sono anche le azioni che Ruggirello avrebbe compiuto per favorire alcune cooperative a lui ricondicubili nel percorso di accreditamento alla Regione.
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