Mafia, Misilmeri nella bufera

Bufera a Misilmeri. I Carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo hanno messo a soqquadro un sistema di potere che, dal grosso centro alle porte di Palermo, stava provando ad estendere i propri tentacoli in città. Il tutto all’insegna di affari & politica. Sono cinque ordinanze di custodia cautelare. Quattro, a dir la verità, perché c’è un nuovo latitante di mafia. Si chiama Antonino Messicati Vitale, ed è considerato dagli inquirenti un uomo d’onore di Villabate. L’uomo, avvertendo il pericolo, è fuggito.

I provvedimenti giudiziari colpiscono Francesco Lo Gerfo, considerato il capomafia di Misilmeri, Mariano Falletta, sempre di Misilmeri, i palermitani Stefano Polizzi (che sarebbe vicino alle cosche di Bolognetta) e Vincenzo Ganci, candidato al Consiglio comunale di Palermo nella lista Amo Palermo per Marianna Caronia sindaco.

Ganci è stato consigliere comunale a Misilmeri nel 1998, prima che il Comune venisse sciolto per mafia. Dipendente della Gesip (la società creata dalla giunta comunale di Palermo presieduta da Diego Cammarata nel 2001), ricopre oggi la carica di consigliere di circoscrizione (quartieri Oreto- Villagrazia-Falsomiele) eletto nel Pdl nel 2007. Reato contestato (a tutti): associazione mafiosa ed estorsione.

Misilmeri è nell’occhio del ciclone. Per mafia è indagato Giuseppe Cimò, attuale presidente del consiglio comunale del paese. Secondo le accuse, naturalmente da provare, avrebbe agevolato la cosca nella gestione di alcuni appalti. Il mediatore sarebbe stato proprio Ganci.

Le indagini sono state eseguite dai Carabinieri, coordinati dal colonnello Paolo Piccinelli, dal maggiore Antonio Coppola e dal tenente Salvatore Di Gesare. Stando a quello che si dice, ci sarebbero i presupposti per chiedere lo scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale di Misilmeri.

 

Redazione

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