È morto a Palermo Alfonso Giordano, magistrato, 93 anni. È stato il presidente della corte d’assise che celebrò il maxiprocesso, primo atto d’accusa alla cupola di Cosa nostra istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ne da’ notizia il figlio Stefano, avvocato penalista. Giordano, che all’epoca del maxi era giudice civile, accettò di presiedere la corte dopo il rifiuto di diversi colleghi.
Tra il 10 febbraio 1986 e il 16 dicembre 1987 si occupò del dibattimento con 475 imputati scaturito dalle inchieste del pool antimafia con Falcone e Borsellino. La corte presieduta da Giordano con giudice a latere Pietro Grasso, poi presidente del Senato, concluse il processo superando anche gli ostacoli procedurali sollevati dai difensori degli imputati.
Nei confronti dello stesso presidente venne avanzata la ricusazione. Il verdetto, emesso dopo una camera di consiglio durata 35 giorni, sancì condanne a 19 ergastoli e 2.665 anni di reclusione. Nel 1993 Giordano accettò di presentarsi candidato come sindaco di Palermo per l’unione di centro, risultando terzo dopo Leoluca Orlando e Elda Pucci.
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