Ci sono anche i presunti capimafia tra gli scarcerati dal tribunale del Riesame in seguito ai ricorsi presentati dai difensori degli arrestati nell’ambito dell’operazione Montagna, che a gennaio ha portato al fermo di oltre cinquanta persone accusate di fare parte delle famiglie mafiose operanti nell’Agrigentino. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) ha riguardato l’articolato sistema estorsivo messo in atto dai clan per piegare l’economia locale e rimpinguare le casse della criminalità organizzata. Interessata sia alle imprese – specialmente quelle attive nel settore edile – che ai centri di accoglienza per i migranti. A essere colpite nel blitz sono state le cosche di Raffadali, Aragona, S. Angelo Muxaro e San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini.
Nelle scorse ore, oltre la metà degli indagati è tornata in libertà. Al momento non si conoscono le motivazioni del Riesame, che avrà 45 giorni di tempo per depositarle, anche se secondo l’Agi si tratterebbe di difetti di motivazione contenuti nell’ordinanza siglata dal giudice per le indagini preliminari. Fino ad allora, la procura non potrà fare ricorso in Cassazione. Ciò significa che gli imprenditori che hanno denunciato il pizzo potrebbero ritrovarsi faccia a faccia con i propri estorsori. Tra chi è tornato in libertà ci sono anche personaggi dal lungo curriculum criminale come Raffaele Fragapane, Antonino Vizzì, Giuseppe Vella, Luigi Pullara e Giuseppe Blando. Rimane in carcere, invece, Francesco Fragapane, considerato il vertice del cosiddetto mandamento della Montagna: nel suo caso il giudice non ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa.
L’elenco delle scarcerazioni potrebbe presto allungarsi, in queste ore infatti proseguono le udienze davanti al Riesame. Chi rimarrà dietro le sbarre è invece Giuseppe Quaranta, considerato ex capomafia di Favara. L’uomo ha deciso di iniziare a collaborare con i magistrati.
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