Mafia, confisca da 200mila euro per Daniele Musarra Dia: «Forniva droga al clan dei Tuppi di Misterbianco»

Una confisca da 200mila euro. È il risultato dell’operazione della Direzione investigativa antimafia di Catania nei confronti di Daniele Musarra, 44 anni, originario di Castel di Iudica ma domiciliato a Belpasso. Nel 2013 Musarra è stato arrestato insieme ad altre nove persone nell’operazione Tuppi sul traffico di droga a Catania. Tra gli altri beni, i sigilli sono scattati per un’azienda di rivendita di auto usate a Belpasso, un immobile e alcune disponibilità bancarie.

Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio Musarra a gestire in proprio il traffico di sostanze stupefacenti. Il suo maggiore cliente era il clan Nicotra, detto clan dei Tuppi, con base a Misterbianco, così chiamato dal capo Mario Nicotra, detto ‘u Tuppu, ucciso nel 1989 nel corso di una faida con il clan dei Malpassoti. A lui è subentrato il fratello Gaetano Nicotra. Il potere dei Tuppi, forte tra gli anni ’80 e ’90 e basato proprio sul traffico di droga, fu interrotto dalla faida con clan rivale. Ma il business riprese non appena tornarono dalla Toscana e dall’Emilia Romagna quanti erano scampati alla guerra di mafia.

Sotto la guida di Nicotra, il clan intratteneva rapporti e affari col gruppo calabrese di Marina di Gioiosa Jonica dei Bevilacqua. Ogni mese erano loro a rifornire di cocaina i canali dei Tuppi: chiamata «cavalli» nelle conversazioni del gruppo per evitare di essere scoperti, il numero di animali pronunciato da Bevilacqua significava il numero di chili disponibile, mentre le caratteristiche della droga venivano espresse con formule del tipo «Duro di bocca, buono per passeggiare, duro nelle redini, vincente».

Gaetano Nicotra poteva contare su diversi uomini per gestire il traffico. «Ci vediamo in ufficio», dicevano tra di loro per fissare un appuntamento nel luogo di ritrovo scelto dal gruppo: il bar Roma, più noto come bar Stadio, in zona a Pugghia, a Misterbianco. Tra questi, secondo gli investigatori, c’era proprio Musarra a cui, oltre alla confisca, è stata applicata la sorveglianza speciale per tre anni, a causa del suo «forte collegamento all’organizzazione criminale e la conseguenziale pericolosità sociale», spiegano dalla Dia.

Scadenze mensili per il rifornimento di cocaina, camuffata da cavalli nelle conversazioni tra i due gruppi. Il numero di cavalli pronunciato dai Bevilacqua significava per i Nicotra il numero di chili di cocaina disponibile, mentre le caratteristiche dei presunti animali –  – avrebbero rivelato la qualità della sostanza stupefacente. Una volta stabilito l’affare, a occuparsi del trasporto erano gli stessi calabresi. Che in un’occasione – giugno 2011 – sono stati fermati dai carabinieri etnei.

Redazione

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