Dieci milioni. A tanto ammonta il valore della confisca disposta dalla Dda di Messina, ed eseguita dalla guardia di finanza, nei confronti di Domenico La Valle, 60enne già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. L’uomo è un imprenditore ritenuto affiliato ai clan attivi nella zona sud di Messina, attivo nel settore del gioco e delle scommesse illegali.
Già processato a fine anni Novanta e assolto, a parlare di La Valle sono stati negli ultimi anni diversi collaboratori di giustizia, tutti concordi nell’individuare in lui il punto di riferimento del clan Trovato, egemone nel rione Mangialupi. Bische clandestine e imposizione dei videopoker in cambio della protezione della cosca, tra le attività di cui si è sempre occupato La Valle, divenendo il volto imprenditoriale del clan. Per questo, a gennaio 2019, l’uomo è stato condannato in appello a 13 anni per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, violenza privata, gioco d’azzardo, reati fiscali, usura e lesioni.
Le indagini hanno portato a considerare La Valle il cassiere del clan, con ampie disponibilità finanziarie che metteva a disposizione anche degli altri esponenti. Il suo patrimonio è stato ritenuto non giustificato dai redditi dichiarati al fisco e per questo sono stati dispositi i sigilli. Alcuni dei beni aggrediti risultano formalmente intestati ad altri familiari. Nello specificio la confisca riguarda sei aziende, 19 unità immobiliari, due autovetture, un gommone e diversi conti correnti.
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