«Più che Grillo mi sembra di sentire il marchese del Grillo: “Io so io, e voi non siete un cazzo!”». E’ pentito Andrea Baio, 30 anni, di Palermo, autore della lettera indirizzata al leader del Movimento 5 stelle che in questi giorni sta facendo il giro della Rete. Pentito di aver votato M5s ma non del suo sfogo, che è già stato condiviso più di seimila volte sul social network Facebook e ha portato al suo autore un centinaio di messaggi di ringraziamento. E una decina di insulti. «Non mi aspettavo tutta questa attenzione racconta Baio Ma è evidente che ci sono almeno seimila persone che la pensano come me e Beppe Grillo dovrebbe farsene una ragione». A far nascere in lui il desiderio di scrivere la propria delusione non è stato solo l’atteggiamento dei deputati e senatori M5s al Parlamento. «La goccia che ha fatto traboccare il caso è stata la risposta di Grillo sul suo blog a chi esprime le proprie lamentele: Avete fatto male a votarci». E allora, nella lunga lettera, Baio ci tiene a precisare i perché del suo pentimento.
Meritocrazia, parità decisionale, autonomia di pensiero, politica trasparente affidata a cittadini disinteressati, «per avere anche un solo motivo che mi portasse a dire “Forse vale la pena di restare”». Ecco i motivi della fiducia del giovane palermitano al Movimento sia alle regionali che alle scorse consultazioni politiche, «ma solo per il Senato». Aspettative che adesso sente tradite. «Mi preoccupi Grillo, mi preoccupi seriamente, perché nelle tue parole vedo solo odio – scrive Baio – Speravo nell’autonomia intellettuale dei deputati e senatori eletti, ma vedo che anche loro stanno cedendo alle tue pressioni psicologiche. Quando l’unica strategia di governo diventa la vendetta, non può venir fuori nulla di buono».
Nulla a che vedere con l’ormai noto modello Sicilia: il governo regionale Pd con cui il M5s collabora con successo. «Funziona, è vero. Ma funziona perché un governo quanto meno esiste e, se quel governo esiste, è solo perché non era necessaria la fiducia dei grillini per farlo partire», scrive Baio. «Qui Grillo non ha interferito per niente e quindi le cose vanno avanti. A Roma, dove il Movimento è decisivo, continua invece a invocare un inciucio Pd-Pdl per ottenere il 100 per cento dei voti alle prossime elezioni spiega Baio a CTzen Ma perché poi? Lo stesso Grillo ha sempre detto che il M5s non era pronto per governare. Adesso non si capisce quale sia il suo piano e, senza un progetto chiaro, ci ritroveremo peggio di prima».
E così ha scritto la sua lettera. Con critiche che possono apparire scontate a chi fan del M5s non lo è mai stato. «Questa è l’unica cosa che forse non è emersa abbastanza dalle mie righe: da anni metto in guardia la gente da Grillo spiega Baio Ma ho anche avuto modo di conoscere alcuni esponenti del Movimento e so che ci sono persone capaci e altre volenterose di mettersi in gioco». Quanto basta, secondo il giovane palermitano, per un voto che può essere solo di protesta. «I partiti hanno fallito. Non perché il sistema partitico in sé sia sbagliato ma perché, da destra a sinistra, ne hanno combinate di ogni tipo. Io ho votato i 5 stelle perché mettessero il pepe al culo agli altri, ma non in una logica di governo. Mi sono detto: Grillo e Casaleggio potranno dire la loro fino a un certo punto». E invece così non è stato. «Sono il movimento con più laureati dentro il parlamento commenta Possibile che non ci sia una testa pensante? Speravo nell’autonomia di pensiero di deputati e senatori e invece stanno prendendo sempre più piede i forcaioli». Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, secondo Baio, tengono sotto scacco eletti ed elettori in un clima di «terrorismo psicologico». «Chiunque osi sollevare una voce, è un colluso cospiratore. Un clima degno di Scientology!», scrive nella sua lettera.
Lo stesso dimostrato da chi, dopo la pubblicazione del suo scritto, lo ha cercato per insultarlo, spiega Baio. «Il tenore tipo dei commenti è: Sei un infiltrato, Chi ti paga?, Berlusconiano rosicone – racconta – Io rispondo che mi fanno ridere, perché così confermano solo quanto ho scritto. Non posso semplicemente pensare con la mia testa? E, se anche fossi un troll, lo sono tutte le seimila persone che hanno condiviso il mio pensiero? Ormai si è perso il senso della realtà». Un punto di non ritorno che Andrea Baio sintetizza così: «Caro Grillo, permettimi, ma questa volta a fanculo ti ci mando io».
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