Era uno degli obiettivi del programma elettorale del Movimento cinque stelle siciliano: restituire la parte di indennità parlamentare superiore ai 2.500 euro. Sul come farlo si è discusso per mesi. Alla fine si è deciso per la creazione di un fondo destinato al microcredito delle piccole imprese. Ma fino ad ora i soldi messi da parte dai 15 deputati grillini all’Ars, circa 350mila euro, sono rimasti congelati. Da qualche giorno, con la travagliata approvazione del bilancio e della finanziaria regionale del 2013, il fondo è stato istituito per legge. Ma gli imprenditori che vi vorranno attingere dovranno ancora aspettare. «Speriamo fino all’inizio dell’estate, al massimo fino ai primi di settembre», precisa Salvatore Siragusa, deputato del M5s.
Perché da adesso scattano i 90 giorni entro i quali l’assessorato al Bilancio dovrà scrivere il regolamento attuativo, cioè chi e come potrà usufruire del fondo, quale istituto di credito lo gestirà e con quali criteri. In finanziaria il governo regionale ha investito un milione e mezzo di euro sul fondo. A questo va aggiunta la somma fino ad ora accumulata dai deputati grillini e quella restante che da qua a fine anno i 15 parlamentari devolveranno. «In totale potremmo arrivare a due milioni di euro – spiega Siragusa – noi avevamo chiesto di più alla giunta Crocetta, ma siamo realisti, quindi ci riteniamo abbastanza soddisfatti».
Facendo dei rapidi conti, potenzialmente le aziende che verrebbero beneficiate da un prestito potrebbero essere 250. «Se valutiamo che un prestito medio sarà sui 10mila euro e quello massimo non potrà superare i 20mila, si arriva a 250, un buon numero», aggiunge il grillino. Secondo le intenzioni dei Cinque stelle, potranno chiedere un finanziamento le imprese con un numero di dipendenti inferiore a 10 e con un fatturato annuo che non superi i due milioni di euro. «E’ la definizione ufficiale di impresa più semplice che abbiamo trovato, la stabilisce una direttiva dell’Unione europea», aggiunge Siragusa.
Resta da capire chi gestirà il fondo, se una banca o una società partecipata dalla Regione, quali saranno i precisi criteri di accesso e quale tasso d’interesse verrà applicato. «Noi preferiamo Banca etica – sottolinea Siragusa – perché, a differenza di altri istituti di credito, crede in questi progetti e potrebbe investire anche una sua quota parte nel fondo. Sicuramente non accetteremo tassi d’interesse superiori al 1-1,5 per cento, altrimenti diventerebbero normali finanziamenti». Ai grillini adesso non resta che un’attività esterna di vigilanza e di controllo sul lavoro dell’assessorato.
In futuro il fondo si autoalimenterà, sia con la parte di indennità che i deputati del Movimento cinque stelle continueranno a devolvere sia con la restituzione dei prestiti da parte degli imprenditori.
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