«Si vuol far credere che essere parte di una famiglia di imprenditori non possa conciliarsi con le mie passioni e con i valori in cui ho sempre creduto e sui quali ho sempre basato il mio operato. E invece sono proprio questi principi ad avermi indotto a candidarmi a sindaco di Palermo». La replica di Ugo Forello, l’aspirante primo cittadino per il M5s, arriva a distanza di 24 ore dalle polemiche che lo hanno riguardato sul suo ruolo come socio di maggioranza – oltre l’88 per cento delle azione – dell’Inpa spa, l’azienda che si occupa della riscossione tributi.
Una risposta che arriva con un post su facebook, diventato subito virale e che vanta attualmente oltre mille like e quasi 400 condivisioni (ma nessun commento di replica da parte dello stesso Forello ai numerosi seguaci che quasi lo invocano). «Mi si accusa di essere un ricco imprenditore di una società che svolge servizi per i Comuni. L’azienda in questione, seppur con molte difficoltà, è sul mercato da oltre 30 anni. E’ stata sempre amministrata da mio padre, creando posti di lavoro e coltivando professionalità in questa nostra terra così difficile. Nell’ufficio di Palermo lavorano da più di 20 anni decine di dipendenti, ai quali rivolgo oggi un pensiero di grande stima ed affetto, per essere stati anche loro oggetto di una gogna mediatica davvero squalificante, strumentale e finalizzata a bieche logiche di potere».
Qui i toni sembrano riportare alla mente Berlusconi quando difendeva l’operato di Mediaset e i propri dipendenti (un’azienda che da lavoro e paga regolarmente le tasse … ndr). Poi Forello entra in punta di piedi sul privato, senza accennare al presunto conflitto d’interessi col Comune di Bagheria paventato dal senatore (ex pentastellato) Francesco Campanella o alla scarsa trasparenza che gli è stata imputata. Dico grazie a mio padre, di cui sono particolarmente fiero – continua il legale – ed auspico che a Palermo possano nascere e crescere altrettante piccole, medie e grandi aziende. Anche questo farà parte del mio prossimo impegno per la città. Nessun interesse economico. Proprio perché – come taluni dicono – io non ho bisogno di soldi. Se questo può infastidire qualcuno, se ne faccia una ragione. Io continuerò ad utilizzare la bici e non i suv, a mangiare sull’erba e non nei ristoranti alla moda, a fumare qualche sigaretta e non ad assumere cocaina, a passeggiare con i miei figli sulle spalle senza la “tata” al seguito, e ad andare in vacanza a Macari e non a Formentera. Voi andate pure avanti: il fango mi scivola addosso e non mi sporca. Buon voto libero a tutti, Ugo».
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