DI SOLITO CONCILIANTE, IL SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO SICILIANO CHIUDE LA PORTA IN FACCIA AL GOVERNATORE DELLISOLA. UN SILURO ANCHE PER LA BELLA NELLI SCILABRA CHE, AL PARI DEL PRESIDENTE, NON HA MAI PAGATO LE QUOTE MENSILI AL PARTITO
Sale di tono la polemica tra il segretario del PD siciliano, Giuseppe Lupo, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Quest’ultimo, una volta conquistata la presidenza della Regione, ha dimenticato non soltanto gli impegni assunti con gli elettori (incredibile la sua giravolta sullacqua: per la gestione pubblica in campagna elettorale, nelle mani dei privati ora che è al Governo: una bella faccia tosta), ma anche gli impegni con i Partiti che lo hanno sostenuto. A cominciare dal PD.
Il Partito Democratico siciliano, ormai, si prepara al peggio. Il segretario regionale del PD siciliano, Giuseppe Lupo, per natura moderato e dai toni sempre concilianti, di fronte a un Crocetta che, arroccato nel suo fortilizio di Palazzo dOrleans, la sede del Governo dellIsola, continua a scalciare, torna ad augurarsi che il Governatore incontri e trovi un accordo con il suo Partito.
Certo – precisa Lupo – se evitasse l’incontro, o se decidesse di confermare quanto detto fino a oggi, e valutato in maniera fortemente negativa dal partito, la direzione agirà di conseguenza”.
Insomma, il PD siciliano è pronto a passare allopposizione. Anche perché la strategia di Crocetta – che poi è la strategia del senatore Giuseppe Lumia e di Confindustria Sicilia – è ormai chiarissima: giocare a sfasciare il PD, nellipotesi, un po azzardata, di ritagliarsi uno spazio politico, non si capisce se dentro o fuori lo stesso PD.
Su questo punto Crocetta e Lumia mantengono lambiguità. Ma il loro, lungi dallessere una manifestazione di forza, appare sempre di più una testimonianza di debolezza.
Nelle mosse un po a zig zag di Crocetta e Lumia pesa un futuro incerto. Il presidente, che con molta probabilità non ha contezza piena della crisi sociale che si sta scatenando in Sicilia anche a causa delle scelte sbagliate di un Governo oggettivamente inadeguato, vive solo sulla certezza che, comunque, gli 89 suoi colleghi di Sala dErcole non lo manderanno a casa.
Per Lumia lo scenario è peggiore. Se a Roma si aprirà una crisi di Governo – cosa probabile con lormai imminente siluramento di Berlusconi – Lumia avrebbe seri problemi a tornare in Parlamento.
Chi dovrebbe rieleggerlo? Partecipando alle primarie del PD siciliano verrebbe massacrato. E verrebbe bocciata anche la sua eventuale candidatura alle elezioni europee nel PD (ammesso che il Partito lo metta in lista). Alle europee non cè il Porcellum: e Lumia, senza una lista bloccata, non è in grado – ammesso che lo sia mai stato – di prendere voti.
Quella di Crocetta e Lumia appare una battaglia disperata. Sulla rete i (pochi) proseliti del Megafono millantano summit, riunioni e adunate oceaniche. In realtà, sono le stesse persone che fanno un po di schiuma (o schiumazza, come si dice in Sicilia). Ricordano un po i sommergibili che Mussolini mostrava ai tedeschi: erano sempre gli stessi, ogni volta riverniciati a seconda dei diversi luoghi dove venivano dirottati e messi in mostra: ma, appunto, sempre gli stessi
Lupo, da parte sua, picchia duro: “Il presidente continua in modo strumentale ad alzare polveroni, usando toni volgari e intimidatori, per sfuggire al confronto sui temi posti dal Pd. Ricordo a Crocetta che il congresso lho stravinto, ottenendo oltre diecimila voti in più del suo candidato (che era Lumia ndr). Si ricordi anche che sono stati molti i lavoratori della formazione professionale, che ora tende a criminalizzare, che hanno votato per lui. Non può pensare, pertanto, che i suoi voti profumino, mentre quelli di altri puzzino perché sono espressi dagli stessi elettori.
Crocetta che accusa il Pd, sbagliando, di andare alla ricerca di poltrone – prosegue Lupo – dovrebbe piuttosto spiegare alla Sicilia perché assegna incarichi ben retribuiti soltanto ai suoi amici del Megafono. E ridicolo e paradossale inoltre che chieda spiegazioni al PD sugli enti di formazione professionale quando dovrebbe essere proprio lui a controllare e vigilare sui fondi assegnati agli enti. Nessuno di noi cerca lo scontro personale, ma siamo seriamente preoccupati perché il governo regionale non risponde ai problemi della Sicilia. E Crocetta che cerca la rissa per sfuggire al confronto chiesto dal PD per una necessaria svolta di governo.
Inoltre, il compagno Crocetta – ironizza il segretario del PD siciliano – se vuole la tessera del Partito Democratico aderisca al gruppo parlamentare del PD allArs e sciolga i gruppi consiliari del Megafono nei consigli comunali.
Crocetta, con molta probabilità, non si aspettava una radicalizzazione dello scontro con il PD alle soglie di una probabile crisi del Governo Letta. Con chi andrebbero al voto, in caso di elezioni politiche nazionali Lumia, Crocetta e la banda di Confindustria Sicilia? Con il Megafono? Farebbero ridere.
Con molta probabilità, la strategia di Lumia e Crocetta era quella di logorare il PD. Ma non hanno calcolato la probabile crisi politica nazionale. Le elezioni politiche, affrontate senza la sponda del PD, affonderebbero definitivamente il Megafono, anche alla luce della disastrosa esperienza di Governo di Crocetta e dei suoi dodici assessori tecnici che somigliano tanto allarmata Brancaleone in versione ‘saccunari’…
Con molta probabilità, il governatore e Lumia non si aspettavano toni così duri da Lupo. E, soprattutto, non si aspettavano la chiusura a riccio del PD.
Quasi a suggellare una rottura che sembra ormai definitiva, Lupo ricorda le quote che Crocetta e tre o quattro suoi assessori, in quanto presunti iscritti al PD, non hanno mai versato. Sono mille e 500 euro al mese che Crocetta e tre o quattro ‘scienziati’ della sua Giunta si sono tenuti in tasca (che ‘stile’, ragazzi: che ‘classe’…).
“Non mi risulta – dice Lupo – che Crocetta abbia versato quelle somme, come da lui annunciato. E ad oggi non risulta nemmeno il pagamento dell’assessore Nelle Scilabra. Lei ha detto che i suoi soldi andranno ai giovani democratici? Non funziona così. I soldi vanno al partito, che poi decide, sulla base dello Statuto e del regolamento, come distribuirli. Certamente, una quota andrebbe anche ai giovani. Ma se nessuno versa la sua quota, non ci saranno soldi né per i giovani, né per tutto il resto”.
In realtà, oltre a Crocetta e Nelli Scilabra a versare le quote dovrebbero essere anche altri assessori. A cominciare dallassessore allEconomia, Luca Bianchi.
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