INTERVENTI IN FAVORE DEI TEATRI VENGONO SOLLECITATI ANCHE DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI
Il parlamentare regionale del PD, Giuseppe Lupo, ricorda che tante istituzioni culturali della Sicilia aspettano risposte concrete dal Governo regionale di Rosario Crocetta.
Elena Pistillo, Roberto Burgio e Aurora Falcone in una scena di “Il polverone”. Foto di Gianfranco Spatola.
“La Sicilia, senza cultura, non ha dove andare”, sottolinea il deputato regionale, che si dice preoccupato per le difficoltà in cui si dibattono quasi tutte le istituzioni culturali della Sicilia.
“Giusto discutere di riforma delle Province e di questioni finanziarie – dice il parlamentare dell’Ars -. Ma non dobbiamo dimenticare un settore importantissimo. Penso ai Teatri siciliani, oggi in grandi difficoltà. Servono interventi urgenti. Il Governo non può continuare a ignorare le istituzioni culturali”.
Sull’Ansa leggiamo una nota che riguarda proprio i Teatri siciliani. “Il taglio del 20% dei contributi ai teatri, previsto dalla Finanziaria bis, è l’ennesima mazzata che si abbatte su queste istituzioni culturali, che, nel silenzio generale, hanno subito negli ultimi anni il dimezzamento delle risorse”. Lo dicono Ferruccio Donato, della segreteria regionale Cgil, e Marcello Cardella, segretario generale della Slc.
La Finanziaria bis, in realtà, è la legge sulle variazioni di Bilancio che l’Ars deve iniziare ancora a discutere.
“La fine dei teatri è la fine di un’identità culturale – aggiungono i due sindacalisti -. Serve un piano triennale con finanziamenti certi, anche dei tempi di erogazione per consentire una programmazione di stagioni all’altezza del nome dei enti. Ma occorre anche ottimizzare le risorse umane con scambi di maestranze tecniche e artistiche tra i teatri, coinvolgendo al massimo quelle professionalità precarie indispensabili alle produzioni”.
Cgil e Slc chiedono anche un tetto ai compensi di direttori e artisti “come avviene in Europa”; che vengano messe in circuito le produzioni dei nostri teatri e promossi accordi con tour operator e compagnie aeree e crocieristiche per prevedere un’offerta nei pacchetti anche di rappresentazioni teatrali”.
La proposta della Cgil include la possibilità che i privati usufruiscano degli spazi nei periodi di vuoto con, in via preliminare, un censimento delle strutture e la definizione di regole per la loro fruizione.
I teatri antichi (Taormina, Tindari, Suracusa), secondo la Cgil, devono essere utilizzati in modo intensivo con spettacoli di tutti i tipi.
“Garantire subito gli stipendi ai lavoratori dei teatri siciliani e poi una legge di riordino del settore che elimini sprechi e tuteli le maestranze”, chiede il segretario della Uilcom, Giuseppe Tumminia. E aggiunge: “Il taglio del 20 per cento dei fondi destinati ai teatri, previsto nella Finanziaria bis, è inaccettabile. Ci sono famiglie senza stipendio da mesi ma soprattutto è necessario continuare a garantire la cultura ai siciliani e offrire un importante incentivo al turismo. Per questo chiediamo al Governo regionale di provvedere e lavorare subito alla sopravvivenza dei teatri dell’Isola. Chiediamo inoltre l’istituzione di una cabina di regia che serva al controllo delle produzioni per evitare sprechi ma anche prepensionamenti, la definizione del turn-over e la salvaguardia dei mestieri tipici”.
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