L’università deve basarsi sui giovani

In un’aria sicuramente più distesa dopo la notizia che la legge delega della Riforma Moratti non andrà in porto il 21 febbraio, si è svolta ieri (17 febbraio n.d.r.) all’aula magna del dipartimento di matematica e informatica della cittadella universitaria, la conferenza organizzata dal coordinamento d’ateneo dei ricercatori, docenti, contrattisti e studenti d’ateneo, dal titolo: “Università e ricerca: quale futuro?”.

 

Erano presenti il Prof. Luciano Modica e il Prof. Giuseppe Palumbo, che hanno analizzato i problemi della tanto contrastata Riforma in maniera chiara, proponendo un dibattito atto a far sorgere della valide proposte alternative ad una Riforma non proprio ineccepibile. Luciano Modica ha scavato a fondo nelle radici della Riforma ed ha spiegato al pubblico in sala come questa sia nata dall’accordo di Lisbona del 2000, firmato dall’Unione Europea. Con questo accordo l’Europa si è posta l’obiettivo di avere l’economia più dinamica del mondo, basata sulla conoscenza, per creare maggiori opportunità di lavoro. I paesi scandinavi sono stati quelli che hanno dato una risposta brillante a questo concordato, ma il resto dell’Europa è rimasto indietro, con l’Italia, come sempre, fanalino di coda.

 

Quindi, in tal senso, questa Riforma è da lodare, ma non lo è sicuramente il modo in cui si è fatta, perché lascia troppo spazio al precariato e poco ai giovani. Ma c’è poco da stare male adesso che la legge delega è stata ritirata e si andrà ad un nuovo rimpasto da parte del Ministro.

 

Dello stesso avviso è stato Palumbo, affermando che la Riforma Moratti è partita col piede sbagliato perché non finanziata a dovere. Ha rincarato la dose riguardo ai giovani affermando che la precarizzazione è da evitare, anzi è da ricercare un metodo meritocratico che permetta ai neolaureati di arrivare prima a realizzarsi per poter dare il meglio di sé nell’insegnamento vero e proprio.

 

In seguito è stato dato ampio spazio al dibattito e agli interventi del pubblico. Degno di menzione è stato quello del preside della Facoltà di Lingue, Antonio Pioletti, che ha aumentato le noti liete della serata, rendendo noto che la CRUI ha stabilito l’esigenza prioritaria di una legge straordinaria in luogo della legge delega. Come dire, piove sul bagnato. In seguito Pioletti ha ribadito le richieste della Facoltà, sottolineando la necessità che gli atenei si autogestiscano riguardo alla didattica e alle necessità personali, senza doversi sorbire disposizioni scese dall’alto.

 

Voce altrettanto importante è stata quella del preside della Facoltà di Scienze, Lo Giudice. Un occhio di riguardo va senz’altro ai dottori Attilio Scuderi e Riccardo Re che hanno gestito la conferenza in maniera esemplare, corredandola con interventi delucidanti per i molti curiosi che si sono presentati desiderosi di saperne di più.

 

Alla fine, abbiamo raccolto i pareri di Modica e di Palumbo. “Posso dire che gli obiettivi delle manifestazioni sono stati raggiunti – ha commentato Modica –  perché la crisi evidente in cui il Ministro Moratti si trova nel cercare un testo alternativo da proporre all’aula parlamentare da segno che la protesta ha sortito il suo effetto”.

 

“Ritengo che queste discussioni siano dovute e necessarie – ci ha detto Palumbo – soprattutto se, come ho avuto modo di ascoltare stasera, alcuni non sanno di che cosa si stia parlando. Però al di là delle critiche, io credo che sia necessario che vengano delle proposte alternative da cui poter ripartire per migliorare la ricerca, la didattica e soprattutto la vita degli studenti e la nostra Università. E questo deve nascere soprattutto dagli studenti che ne rappresentano la base fondante”.

 

Già, gli studenti…qualcuno stasera ne ha visto uno? Colpa della cattiva informazione? Disinteresse? Ai posteri l’ardua sentenza, fatto sta che qui i docenti se la cantano e se la suonano, come se più che di diritto allo studio si parlasse di diritto ad insegnare.

Salvo Angemi

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