Lumia e Montante cedono: si va verso il rimpasto della Giunta Crocetta

IN CAMBIO VERRA’ CANDIDATO ALLE ELEZIONI EUROPEE NEL PD. MA A NOSTRO MODESTO AVVISO NON VERRA’ ELETTO LO STESSO. NEL TOTO-ASSESSORI INTOCCABILE NELLI SCILABRA. IN USCITA, INVECE, MARIELLA LO BELLO, NINO BARTOLOTTA E ESTER BONAFEDE. LE PRECISAZIONI DI NINO D’ASERO E ROBERTO DI MAURO

Con molta probabilità, bisognerà attendere l’assemblea regionale del PD siciliano, prevista per domenica prossima, per capire che piega prenderà il rimpasto della Giunta regionale di Rosario Crocetta. 

I ‘giochi’, per ora, sono aperti. C’è Confindustria Sicilia che finge di litigare con il Governo regionale del quale fa parte. Al di là delle parole, il presidente di questa organizzazione imprenditoriale (che ormai è un partito politico abbarbicato ai fondi regionali e, soprattutto, ai fondi europei destinati alla Sicilia), Antonello Montante, sa che molto cambierà se in Giunta entrerà il PD.

Fino ad ora, al di là delle chiacchiere, il senatore Giuseppe Lumia, il governatore Rosario Crocetta e lo stesso Montante hanno gestito tutto. Gli assessori ‘tecnici’ sono stati la scusa per controllare quasi tutta la Regione, forse con la sola esclusione degli assessorati targati Udc, gli unici ad aver conservato una parziale autonomia.

Con l’arrivo degli assessori del PD, Lumia, Montante e Crocetta perderanno da tre a quattro caselle. In queste ore la situazione si è un po’ ammorbidita. A quanto pare, perché Lumia avrebbe avuto assicurazioni sul sostegno alla sua candidatura nel PD alle elezioni europee. A nostro modesto avviso, nonostante i Cardinali, i Lini Leanza a Mirelli Crisafulli vari, Lumia non verrà eletto lo stesso.

Detto questo, i tre dell’Ave Maria – cioè Lumia, Crocetta e Montante – come già accennato, proveranno a conservare quanto più potere possibile.

Lumia, ad esempio, proverà a non far toccare l’assessore alla Formazione professionale, la dannosissima Nelli Scilabra. La pallottola che è stata recapitata ieri al’assessore alla Formazione rafforza la posizione di quest’ultima: secondo le ‘regole’ non scritte di una certa antimafia chiacchierona, le ‘minacce’ danno alti punteggi. Insomma Nelli dovrebbe restare.

A rischiare è invece l’assessore Mariella Lo Bello. E anche l’assessore Nino Bartolotta, soprattutto dopo la caduta in disgrazia del suo capocorrente, Francantonio Genovese. In uscita potrebbe essere anche Ester Bonafede, che potrebbe essere sostituita da un assessore targato Articolo 4. Il quarto posto al Governo c’è già, dopo le dimissioni di Luca Bianchi dall’Economia.

Proprio sulle dimissioni di Bianchi interviene il capogruppo del Nuovo centrodestra all’Ars, Nino D’Asero:

“Le dimissioni dell’assessore Bianchi – dice D’Asero – nel confermare le contraddizioni del Governo Crocetta che, al di là dei proclami, non è stato capace neppure di sfiorare le vere priorità della Sicilia, dovrebbero dare la stura, insieme ad una nuova Giunta, anche, ad un riesame delle modalità gestionali finora messe in atto, che hanno aggravato le criticità della nostra Isola”.

“E’ auspicabile, infatti – aggiunge il capogruppo degli alfaniani all’Ars – una presa di coscienza del Governatore che, ripartendo con una nuova Giunta, faccia contemporaneamente partire una reale programmazione di tutti i settori dell’amministrazione che acceleri le procedure per un utilizzo virtuoso delle risorse comunitarie, che non frapponga altro tempo nel ridefinire le problematiche inerenti l’art. 37 dello Statuto, che ridefinisca un piano di sviluppo per l’agricoltura e il turismo e che dia risposte certe al mondo dell’impresa regolamentando i rapporti con la burocrazia e facilitando l’accesso al credito”.

“Riteniamo – ha concluso D’Asero – che sia questo per Crocetta il momento giusto per cambiare rotta e attuare una riforma globale che corregga e sani le gravi criticità che finora non hanno fatto altro che peggiorare la situazione”.

Da quello che si capisce, questa formazione politica dovrebbe mantenere un assessorato a mezzadria con l’Udc. Insomma, gli alfaniani siciliani resteranno con un piede nel Governo e con l’altro piede fuori: cosa che hanno fino ad oggi.

Il capo gruppo del Partito dei Siciliani MpA all’Ars Roberto Di Mauro, fa una mezza apertura al Governo Crocetta:

“Dopo la clamorosa e pesante bocciatura della legge finanziaria e alla vigilia dell’avvio di una discussione sul nuovo documento finanziario di importanza vitale per la vita di centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie – dice Di Mauro – le dimissioni dell’assessore Bianchi aggravano la già precaria crisi politico-istituzionale, con un Governo del tutto privo di maggioranza politica e parlamentare e privo di chi dovrebbe, per ruolo formale, coordinare e curare il lavoro in materia di risorse, economia e finanze”.

“Le dimissioni di Bianchi – aggiunge l’esponente autonomista – certificano il fallimento tecnico del Governo Crocetta, che proprio in materia economica aveva fatto gli annunci più roboanti, ed anche il fallimento politico perché dimostrano l’inesistenza di una maggioranza parlamentare e della capacità del Governatore di instaurare un dialogo con tutte le forze politiche. Adesso siamo davvero ad un punto di non ritorno; la Sicilia sta attraversando la più grave crisi della sua storia autonomistica e se Crocetta vuole evitare di trascinarla nel baratro e al default deve fare quanto gli proponiamo da mesi: venga all’Ars, unico luogo in cui avviare un dialogo politico con le forze parlamentari, ed instauri un confronto con tutti quei gruppi che in modo disinteressato e genuino vogliono contribuire a salvare la Sicilia e rilanciarne lo sviluppo”.

Insomma: un assessorato per questa formazione politica non guasterebbe. Ma dubitiamo che Lumia, Crocetta e Montante ‘imbarchino’ Di Mauro e compagni.

Redazione

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