L’ultima balla di Roma e Sicilia: i pre-pensionati per fare posto ai precari

IL PRE-PENSIONAMENTO DI DIPENDENTI REGIONALI E COMUNALI PER FARE POSTO AL PRECARIATO E’ DEMAGOGIA. PERCHE’ REGIONE E INPS NON HANNO I SOLDI PER PAGARE LA NUOVA IMPROBABILE ONDATA DI PRE-PENSIONATI. LA VERITA’ E’ CHE LI VOGLIONO LICENZIARE A TUTTI CON L’INGANNEVOLE PROMESSA DELLA RIASSUNZIONE. BUGIE. L’UNICA VIA DA PERCORRERE E’ IL REDDITO MINIMO GARANTITO. PAGATO DA STATO E UE

Chiusa la parentesi tutt’altro che virtuosa e serena delle variazioni di Bilancio (una legge che continua a non affrontare il tema del residui attivi, ovvero dei fondi a appostare a garanzia delle entrate incerte pari a circa 3 miliardi di euro), si apre adesso, per la Sicilia, una fase politica e parlamentare che si annuncia convulsa.

Una delle poche note positive delle ultime ore è l’approvazione del reddito minimo garantito per circa 2 mila soggetti. potrebbe essere l’inizio, per Sala d’Ercole, di un ragionamento per affrontare la vicenda del precariato siciliano.

Certo, accanto alla ragionevolezza di un reddito minimo garantito – da estendere a precari prossimi al licenziamento e ai disoccupati – c’è ancora la demagogia della politica siciliana. Come il tentativo di assumere precari mandando in pensione dipendenti comunali e regionali.

Si tratta di un’altra trovata fuori dalla logica economica. Gli improbabili pre-pensionati dei Comuni siciliani dovrebbe pagarli l’Inps che è già in condizioni finanziarie difficili. Mentre i pre-pensionati della Regione li dovrebbe pagare la Regione con il proprio Bilancio (la Regione ha ricostituito un Fondo pensioni che è rimasto al palo): il che è impossibile, perché la Regione è ormai alla frutta.

La soluzione prospettata è illogica e diseconomica. L’unica strada da battere è – lo ribadiamo ancora una volta – il reddito minimo garantito. In questi giorni Beppe Grillo lo propone apertamente: 600 euro al mese per tutti prendendo le risorse qua e là. Non c’è molta alternativa. Altrimenti, tra qualche mese, la vera alternativa sarà la rivolta sociale che, peraltro, esploderà l’8 dicembre, sempre che i Forconi ormai diffusi in tutta l’Italia mantengano gli impegni che hanno assunto con il nostro Paese.

Lo sappiamo: soprattutto dalle parti del PD – il Partito che trova sempre i soldi per coprire gli eterni ‘buchi’ del Monte dei Paschi di Siena (banca con addosso mille inchieste, sempre in deficit, ma che non fallisce mai: chissà perché…) – si ironizza sul reddito minimo garantito.

Peccato che dal PD non siano arrivate parole di sdegno quando “Striscia la notizia” ha raccontato come il Governo nazionale, che non trova un miliardo di euro per abolire l’Imu sulla prima casa, non ha fatto pagare ai titolari delle slot machine 98 miliardi di euro di tasse non pagate!

Strano, no? I normali cittadini sono perseguitato da Equitalia. I titolari delle slot machine non pagano 98 miliardi di lire di debiti con l’Erario!

Chi sono i proprietari delle slot machine? I dirigenti del PD se lo sono mai chiesti?

Ci rendiamo conto che, a sinistra, non ci sono più Girolamo Li Causi e Pio La Torre. Però, certe domande, i dirigenti del Partito Democratico dovrebbero porsele. Evitando di ironizzare sul reddito minimo garantito perché “irrealizzabile” sotto il profilo economico e finanziario.

Dimenticando che con la metà dell’incredibile ‘sconto’ fatto ai ‘Signori del gioco’ l’Italia avrebbe potuto garantire un reddito minimo garantito a tutti i disoccupati e precari in via di licenziamento del nostro Paese.

Detto questo, abbiamo il dovere di avvertire i precari siciliani – che sono 80 mila circa e non solo i 23 mila degli enti locali – che la trovata del prepensionamento serve al Governo nazionale e al Governo regionale per prendere tempo.

Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, serve per licenziarvi, a partire dall’1 gennaio del prossimo anno, con l’impegno che vi riassumeranno non appena pre-pensioneranno i dipendenti di Region e e Comune.  Balle sui balle su balle. 

Ora, a parte che non potranno pre-pensionare 80 mila persone, a parte che non si sono i soldi per pagare gli improbabili pre-pensionati, la manovra, lo ripetiamo, ha un solo obiettivo: licenziarvi tutti in tronco con la promessa in stile formazione professionale: vi tuteleremo, vi riassumeremo e bla bla bla.

Al licenziamento dei precari siciliani – di tutt’e 80 mila – non crediamo ci siano alternative. Perché la Regione è al verde e Roma, con i soldi, deve pagare il Fiscal Compact alla Germania, pardon, all’Unione europea.

L’unica cosa da fare è costringere Stato e Ue a tirare fuori i soldi per il reddito minimo garantito. Chi racconta altre storie, lo ribadiamo, fa solo demagogia.

Redazione

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