Luigi Di Bella, omaggio a un grande siciliano

Il disegno di legge presentato all’Ars dal gruppo parlamentare lista Musumeci per agevolare gli indigenti affetti da cancro che intendono curarsi on il ‘metodo Di Bella’ fa seguito a un ordine del giorno approvato dallo stesso Parlamento dell’Isola. La lodevole iniziativa, di certo mal vista dai ‘parrucconi’ della medicina ufficiale del nostro Paese, non è solo un premio al grande scienziato siciliano, ma un’opportunità per i malati.

Non è questa la sede per scrivere la biografia del professor Luigi Di Bella, anche perché non abbiamo né i numeri, né i titoli per farlo. Cogliendo l’occasione della presentazione di questo importante disegno di legge all’Ars, vogliamo solo ricordare la figura di un uomo eccezionale, di un medico, di uno scienziato che ha onorato la Sicilia con la sua intelligenza, con la sua pazienza (e ce ne vuole tante per lavorare osteggiato dalla scienza ufficiale del nostro Paese dove scuola e università selezionano bene la mediocrità: non a caso le università sono piene di mogli, mariti, figli, nipoti, amanti di docenti universitari) e con la sua preparazione scientifica.

Luigi Di Bella era nato a Linguaglossa, in provincia di Catania, il17 luglio 1912. Ha percorso tutta la sua vita universitaria a Modena, dove è stato per tanti anni professore associato di Fisiologia umana (è andato in pensione nel 1984).

La sua è stata anche una vita avventurosa. Nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, con il grado di capitano medico di complemento, è in Grecia, dove dirige un Ospedale da campo. Lì contrae la malaria e viene rimpatriato per motivi di salute.

Le sue ricerche sulla cura del cancro iniziano nei primi anni ’60 del secolo passato. Nel 1977 introduce nella sua cosiddetta Multiterapia l’uso della somatostatina per curare i cosiddetti “tumori solidi”.

La somatostatina è una delle sostanze della cura Di Bella più conosciuta. In realtà, come ha spesso spiegato il grande medico siciliano, la “cura biologica”, come la definiva lo stesso Di Bella, prevede la somministrazione, oltre alla somatostatina, di varie sostanza tra le quali la melanina, una serie di vitamine e altro ancora.

Il metodo Di Bella viene presentato ufficialmente nel 1989. Di Bella ha sempre scontato l’ostracismo della medicina ufficiale. E si è scontrato, soprattutto, con una certa politica italiana ‘ammanigliata’ – come si usa dire dalle nostre parti – con i poteri forti che condizionano la ricerca, la farmacologia e la medicina del nostro Paese.

Celebre la prova del metodo Di Bella operata dalla fine degli anni ’90 dall’allora Governo Prodi, con Rosy Bindi Ministro della Sanità e con il professore-oncologo Umberto Veronesi. La commissione scientifica del Governo Prodi ‘bocciò’ il metodo Di Bella. Con enormi strascichi polemici. Perché il professore contestava – e secondo noi aveva ragione – i metodi usati dalla commissione scientifica che ricordava molto i “dotti medici e sapienti” di una celebra canzone di Bennato.

Nonostante l’ostracismo della medicina ufficiale italiana – o forse proprio per questo – il metodo Di Bella si va affermando lo stesso. Una vittoria un po’ ex post per il grande medico e scienziato siciliano che è deceduto nel 2003 all’età di 91 anni. .

Sulla rete abbiamo trovato una testimonianza che riportiamo con piacere sul nostro giornale.

“Fin dagli anni 80, il dr. Francesco Calogero osservava con interesse i riscontri clinici della terapia assolutamente innovativa che lo zio, prof. Luigi Di Bella, attuava per curare pazienti neoplastici.

Avendo la possibilita’ di frequentare saltuariamente il laboratorio di Modena (infatti Francesco Calogero e’ il nipote del defunto professor Di Bella), entusiasta per le evidenze cliniche, sottopose alle cure del prof. parecchi suoi pazienti affetti da neoplasia, monitorandoli egli stesso, piu’ sempre a contatto con il professore per consigli ed aggiornamenti terapeutici.

Comincio’ quindi in prima persona a prescrivere il “Metodo Di Bella” gia’ dagli inizi degli anni ’80, attenendosi scrupolosamente ai suggerimenti e al protocollo dello zio.

Ha sempre partecipato a tutte le conferenze tenute dal professore.

Alla fine degli anni ’90 e’ stato designato Medico Referente per la Sicilia e Calabria della Bioterapia Oncologica del Prof. Luigi Di Bella”.

Che dire, alla fine di questo breve ‘viaggio’ nel mondo di un grande siciliano? Che è stato osteggiato perché toccava interessi enormi da pare di chi specula sul cancro? Forse. In ogni caso, il professore Di Bella e la sua scienza sono sopravvissuti alla mediocrità italiana. E questo è un grande risultato.

 

Redazione

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