C’è un lungo elenco di discariche abusive censite dall’Unione europea su territorio italiano che ci costa caro. Non solo in termini ambientali, ma anche economici. A dicembre la Corte di giustizia dell’Ue ha condannato l’Italia a pagare 40 milioni di euro, un’infrazione che copre l’arco temporale tra il 2007 e il 2014, dovuta alla presenza di ben 198 discariche. Di queste 12 sono in Sicilia. Se le istituzioni non interverranno entro giugno, scatterà una nuova infrazione, pari a 200mila euro ogni sei mesi per ogni discarica.
Un problema su cui il Movimento cinque stelle ha posto l’attenzione. Un gruppo di parlamentari siciliani alla Camera, al Senato, all’Ars e a al parlamento europeo ha scritto all’assessora regionale ai Rifiuti Vania Contrafatto. «La diffidiamo ad eseguire la sentenza e a bonificare entro giugno le 12 discariche siciliane per le quali siamo stati condannati – spiegano – Se questo non avverrà, l’assessore sia consapevole del fatto che il giorno dopo la mancata esecuzione della sentenza (il 3 giugno 2015) dovrà rispondere del danno erariale causato dalla sua inazione o negligenza. Non possono pagare i cittadini ancora una volta, c’è tempo, la macchina amministrativa si muova. Non accetteremo oltre il danno ambientale, anche la beffa del secondo danno erariale».
I Cinque stelle hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti «per accertare le responsabilità di quello che non è stato fatto da ministri, presidenti di Regione e assessori succedutisi dal 2007 al dicembre 2014».
Le dodici discariche abusive in Sicilia censite dall’Europa si trovano a: San Filippo del Mela (contrada sant’Agata), Cammarata (contrada San Martino), Racalmuto (Oliva Troiana), Siculiana (Contrada Scalilli), Leonforte (contrada Tumminelli/Granfonti), Augusta (Campo sportivo), Augusta (Rada di Augusta), Paternò (contrada Petulenti Scillicone), Monreale (contrada Zabbia), Mistretta (contrada Muricello), Cerda (Contrada Caccione), Priolo (Penisola Magnesi).
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