L’Ucraina e le solite ambizioni tedesche

IL VECCHIO PROGETTO DI DOMINIO DELLA GERMANIA NON E’ MAI TRAMONTATO. DOPO AVER IMBRIGLIATO L’EUROPA QUESTO PAESE MAI SAZIO DI POTERE GUARDA VERSO EST…

L’attuale ondata revanscista in Ucraina è contrassegnata dalle medesime caratteristiche e parole d’ordine delle precedenti che dai primi anni 2000 agitano quel Paese, a partire dalla ‘rivoluzione arancione’ che vide emergere la figura politica della giovane donna Julija Tymoshenko.

Della vicenda se ne occupa il Bollettino d’informazione internazionale Aurora che ne dà una lettura ‘diversa’ rispetto alla normale informazione che ci viene fornita dalla generalità dei mass media di qualunque orientamento culturale, nonché puntualmente ed abbondantemente documentata. E’ questa la ragione per la quale abbiamo deciso di riprendere ampi brani di quel testo e di riproporlo a favore dei nostri lettori.

Ricordiamo, intanto, che gli scontri di piazza, al limite della guerra civile, originano dal rifiuto da parte dell’attuale presidente Viktor Janukovych di firmare l’accordo di adesione all’Unione europea. Tale decisione ha scatenato la ribellione degli ucraini pro Europa.

Il conflitto è conseguenza delle strategie che si fronteggiano tra l’Unione europea, guidata da Berlino, e l’unione doganale euroasiatica, guidata da Mosca. Si tratta quindi di una lotta tra aree mercantili che con la politica hanno poco a che vedere. Berlino ha scoperto l’ “affaire” dei mercati dell’est europeo per la sua espansione economica e non molla la sua presa su quei territori. Infatti, oltre a dominare su l’Unione europea e sugli attuali 27 Stati che la compongono, oltre la Germania (non va dimenticato che l’allargamento a 27 è stato voluto e preteso dalla Germania in tutta fretta). In sostanza, il vecchio disegno di dominio della Germania sull’Europa di Hitleriana memoria non è mai stato definitivamente archiviato.

Perché la politica non c’entra? E’ presto detto: se l’Europa fosse un’entità politica unitaria avrebbe una strategia internazionale verso tutte le latitudini e le longitudini di carattere diplomatico, culturale, economico e di difesa che caratterizzerebbe il suo ruolo nello scacchiere mondiale e non avrebbe bisogno di far dipendere le sue decisioni dal gradimento Usa, in funzione anti orientale. A questo proposito non va trascurato il fatto che la guerra fredda da parte degli Stati Uniti non è mai cessata e lo dimostrano le continue installazioni di basi militari in tutti i Paesi dell’est europeo di recente adesione all’Ue.

Sulla scorta di questo quadro generale torniamo all’analisi delle forze in campo in Ucraina, secondo le informazioni che ci propone il Bollettino di notizie internazionali Aurora.

La rivolta popolare vede tra i protagonisti l’alleanza dei fascisti e dei revanscisti che promuovono il culto dei collaborazionisti nazisti. La loro ispirazione ‘ideologica’ deriva dal culto di Stepan Bandera, che guida l’organizzazione dei nazionalisti ucraini (Oun). Bandera nel 1941 unì la sua organizzazione ai nazisti contro l’invasione sovietica che lottava per liberare l’Europa dai nazisti in collaborazione con gli alleati occidentali. Che il movimento di piazza abbia quella ispirazione è confermato dalla dichiarazione del presidente eletto nel 2004, Viktor Jushenko, leader del partito Nostra Ucraina. Questi all’atto dell’insediamento a seguito della Rivoluzione Arancione proclamò in modo solenne che Stepan Bandera ed il suo alleato nazista Roman Shukevych fossero riconosciuti quali “eroi dell’Ucraina”.

Un’altra formazione politica attiva nelle piazze è Svoboda (Libertà), guidato da Oleh Tianhybok, lo stesso che davanti alla tomba di un nazista ucraino inveì contro la “mafia ebraica di Mosca”.

Un’altra componente del movimento pro Europa, ostile alle politiche di quel governo, è il partito filo tedesco Batkivshyna (Patria) della signora Tymoshenko, condannata per frode ed appropriazione indebita – un po’ come il nostro Silvio Berlusconi – con la differenza che lei la condanna la sconta in carcere. La Timoshenko alle ultime elezioni per il rinnovo della Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, si è alleata con Svoboda, il partito filo nazista che abbiamo visto in precedenza, e ha consentito a quel partito di conquistare 37 seggi, con oltre il 10 per cento dei suffragi.

Completa il quadro il partito Udar (Pugno) di Vitalij Klitschko, ex campione del mondo dei pesi massimi di pugilato e per questo dichiarato eroe nazionale che, però, vive prevalentemente in Germania. Di lui il partito dell’Unione cristiano democratica tedesco ammette candidamente ed in modo palese che la sua fondazione Konrad Adenauer sostiene Klitschko nella costruzione di un partito di destra in Ucraina al fine di realizzare una stabile maggioranza parlamentare pro Unione europea a Kiev.

Sin qui, per sintesi, le notizie che il Bollettino di informazione internazionale Aurora ci fornisce. Ci dice anche che la Germania usa nei confronti dell’Ucraina il metodo del bastone e della carota. Da una parte alcune aziende tedesche stanno rifornendo quel Paese di gas naturale attraverso la Slovacchia, l’Ungheria e la Polonia allo scopo di svincolarlo dalle forniture di gas da parte della Russia e dall’altra il Consiglio per le relazioni estere tedesco (Dgap) afferma che gli accordi di associazione debbono essere attuati “sotto supervisione” e chiede “misure di aggiustamento sociale rigorose e molto dolorose”. Un po’ com’è avvenuto in Grecia o in Portogallo.

Tra le manovre a largo raggio messe in campo per piegare le resistenze del governo ucraino il Fondo monetario internazionale ha sospeso il credito di 15 miliardi di dollari, concesso nel 2011, perché questo non ha smesso di sovvenzionare le famiglie per il loro consumo di gas naturale, in quanto viene fornito dalla Russia.

L’ostinazione con la quale viene perseguita la conquista dell’Ucraina alla causa europea da parte della Germania non deve stupire poiché il recente vertice di Vilnius sul partenariato dell’Unione europea con i Paesi dell’est ha visto l’adesione di soli due Paesi, la Georgia e la Moldova, mentre Armenia e Bielorussia hanno scelto di aderire all’Unione doganale euroasiatica. L’Ucraina, quindi, è un boccone troppo appetitoso per rinunciarvi. Da qui la quasi guerra civile in quel Paese.

 

Riccardo Gueci

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