Lucia Borsellino esagera?

Le colpe dei padri non ricadono sui figli, e neanche i meriti. Questo lo sappiamo.  E’ evidente. Ma, è inutile fingere o sfuggire alla realtà: chi è figlio di una persona ‘particolare’, volendo o nolendo, deve farsi carico di onori, qualora ci siano, ed anche gli oneri. Non si scappa. Si chiama consapevolezza.

Se poi si è figli di un ‘gigante’ di intelligenza, spessore umano, correttezza e senso civico, come Paolo Borsellino, la situazione si complica. Praticamente impossibile pareggiarlo, si comprende bene e non è richiesto tanto sforzo. Basterebbe, però,  tenersi lontani da situazioni che, anche lontanamente, possano turbarne la memoria.

 

Non ci vuole poi tanto. Eppure, ultimamente, siamo rimasti un po’ ‘straniti’ dalle dichiarazioni di Lucia Borsellino. La figlia del magistrato più scomodo d’Italia, assassinato nel 1992  in circostanze ancora misteriose che suggeriscono un intrigo Stato-mafia, in più di una occasione si è esposta personalmente per difendere l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, componente della giunta presieduta da Raffaele Lombardo. Lo fa anche oggi in merito ai dubbi sollevati sulla veridicità dei dati sulla sanità siciliana trasmessi al governo nazionale. In comunicato diramato dalla Presidenza della Regione si legge: ” I dirigenti generali dell’assessorato regionale della Salute, Salvatore Sammartano e Lucia Borsellino, nel ricordare che l’attivita’ dell’assessorato e’ stata oggetto, appena qualche settimana fa, dei pubblici complimenti del ministro della Salute, Renato Balduzzi che ha riconosciuto gli sforzi compiuti e i risultati ottenuti dalla Sicilia, in relazione alla nota dell’on. Giulia Adamo tengono a precisare quanto segue: È da escludere che siano state omesse comunicazioni al ministero della Salute di dati indispensabili per la verifica degli adempimenti 2008, 2009 e 2010. Altrettanto inesatte sono le dichiarazioni relative all’insufficiente documentazione inoltrata dalla Regione ai fini della verifica dei Lea”.

Comprendiamo bene, che provenendo da una famiglia perbene e profondamente sana come quella di Paolo Borsellino, l’unico mezzo che ha per vivere, è il suo lavoro. Da qui l’avere accettato il ruolo di dirigente generale nell’assessorato alla Salute. Superfluo sottolineare che, se non avesse avuto quel cognome, lì, non sarebbe arrivata. Ma, transeat. E’ una vittima della mafia, figlia di un eroe siciliano, merita una corsia preferenziale.

Magari da percorre con maggiore discrezione e con la sobrietà che la figura del padre imporrebbe. Forse, esporsi personalmente, come ha fatto in più di una occasione, Lucia Borsellino,  per difendere l’operato di un governo il cui presidente è indagato per mafia, è un po’ troppo. Paolo Borsellino è prima di tutto suo padre, ma è anche il simbolo di una Sicilia dalla faccia pulità. Senza nulla volere togliere al suo dolore, è, ormai,  responsabilità di tutti proteggerne la memoria.

Ed è anche inutile ricordare i complimenti del ministro al piano di rientro di Russo, perché chi sa come sta funzionando la sanità in Sicilia, sono i cittadini e i medici. E, raramente, ne parlano bene.  Forse Lucia Borsellino non lo sa. Ma, nel dubbio, trovandosi catapultata nel bel mezzo di un quadro  politico opaco,forse,  sarebbe auspicabile che non prestasse il suo cognome a difesa di una parte sulla quale gravano troppi interrogativi.

Trattative Stato-mafia: le verità di Salvatore Borsellino

Foto di prima pagina tratta da esserecomunisti.it

Redazione

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