Luca, un astrofisico catanese a Pechino «Ma non chiamatemi cervello in fuga»

Luca Naso ha 32 anni, una laurea in Fisica conseguita presso l’Università di Catania e un un dottorato di ricerca in Astrofisica rilasciato dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Nonostante la giovane età, vanta collaborazioni scientifiche con i dipartimenti di Fisica delle università di Padova, Varsavia e Oxford. Dietro ogni esperienza, un minimo comune denominatore: l’amore per la scienza e la ricerca che lo ha condotto fino in Cina.

«Per essere un ricercatore è necessario laurearsi, conseguire un dottorato di ricerca e ottenere borse di studio postdottorato.  Io non ho fatto né più né meno di questo, nel miglior modo possibile e non ponendo limiti spaziali ai miei movimenti». Colpisce l’umiltà con cui Luca si racconta, nonostante il curriculum importante, ricco di collaborazioni d’eccellenza, specialmente sull’interazione tra campi magnetici e materia nelle proto-stelle di neutroni e nei dischi di accrescimento attorno a stelle di neutroni.

Dopo il raggiungimento del dottorato di ricerca in astrofisica e un breve ma intenso viaggio in India che ne segna la sensibilità, inizia il periodo più instabile della sua vita lavorativa. In un primo momento Luca tenta l’iter che molti giovani laureati percorrono: non avendo agganci lavorativi, invia circa sessanta domande di assunzione, sperando di riuscire a portare avanti i propri progetti di ricerca. Dalla sua caparbietà nascono brevi contratti trimestrali per collaborazioni a Trieste, Padova, Oxford e Varsavia. Nel giro di un anno si ritrova a vivere in quattro città, instabile ma felice di poter conoscere realtà culturali diverse grazie alla scienza:  «Avevo deciso che, se non avessi avuto un contratto di lavoro, sarei partito come volontario per la Tanzania», precisa. Ma quando sta per dire addio alla ricerca per dedicarsi all’imprenditoria, arriva la svolta: il tanto agognato contratto viene proposto dalla Cina.

«Mi sembrava infinito – ammette Luca – Passare da collaborazioni di due o tre mesi in Europa ad una di ventiquattro era un incredibile salto di qualità, oltre che un salto nel buio, visto che chi me lo proponeva era dall’altra parte del mondo. Non mi ero mai interessato alla cultura millenaria cinese. Tuttavia la curiosità e la sete di conoscenza era troppo forte e decisi di partire». Alla necessità del lavoro si aggiunge, per il giovane astrofisico, anche il desiderio di fare una scelta non convenzionale, di rischiare pur di vedere realizzato il suo sogno. «Non mi piace essere etichettato come un cervello in fuga; sono molto critico nei confronti della ricerca in accademia e ho sempre avuto la consapevolezza di poter cambiare strada da un momento all’altro, come poi è accaduto». Scaduto il contratto con l’Osservatorio astronomico di Pechino per l’Accademia cinese delle scienze, Luca torna in Italia. Decide di accantonare per un po’ la ricerca – pur sentendosi «sempre uno scienziato»-  e di dedicarsi al lavoro in azienda per Edisonweb, una software house che sviluppa soluzioni di digital signage nell’ambito della comunicazione digitale.

La Cina però resta nel suo cuore. «Una delle prime cose che ho fatto, arrivato dall’altra parte del mondo,  è stata seguire un corso di cinese. Quando ho pronunciato la mia prima frase nella nuova lingua, ero contento come un bambino». «Ho corso anche una maratona di 42 chilometri per beneficenza – ricorda – e ho imparato molte cose: i cinesi sono un popolo estremamente gentile e disponibile, i loro valori e alcune abitudini mi hanno ricordato molto quelli della Sicilia di un tempo: l’attaccamento alla famiglia, l’idea che i panni sporchi si lavino in casa, l’approccio alla politica del tipo non possiamo cambiare nulla».

Luca a breve partirà per un nuovo viaggio che toccherà due continenti diversi. Sarà negli Stati Uniti d’America per motivi  professionali e nuovamente in Cina, ma stavolta per ragioni di cuore. «Ho comprato l’anello di fidanzamento per la mia fidanzata, una ragazza cinese», ci confida. All’orizzonte anche una collaborazione con l’università di Catania per conto di Edisonweb. «Un viaggio di mille miglia comincia con un solo passo», è uno dei proverbi cinesi preferiti di Luca, che dalle parole è passato ai fatti.

[Foto di Luca Naso]

Cassandra Di Giacomo

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