Il suono della sua chitarra riempie il vuoto dei giorni tutti uguali, quelli segnati dal trascorrere scontato del tempo. Non a caso Luca Madonia racconta La monotonia dei giorni nel nuovo disco. È il titolo di una pratica per esorcizzare l’andamento lento della vita. L’artista torna sulla scena con un lavoro inedito, dieci pezzi confezionati in simbiosi con l’amico di sempre Toni Carbone e con Carmen Consoli, artefice ispirata degli arrangiamenti e protagonista del brano La mia condizione. Madonia è un menestrello folk che sguazza felice in un ruscello di liriche leggiadre e dai colori pastello. Suoni esili, raffinati, ma tanto potenti da bussare forte alla porta dell’anima. Intimità e passione, razionalità e buon gusto. Le armi micidiali del nuovo album nel quale Luca, dopo aver frugato nella memoria, fissa le istantanee del suo vissuto interiore. Tra attese, passioni ed errori del passato, che si miscelano con i sentimenti odierni e il sorgere di nuove aspettative.
«La nostra vita è scandita da ritmi sempre uguali – spiega l’artista nel corso della presentazione dell’album – e questa condizione rischia di provocare appiattimento e rassegnazione. Con la Monotonia dei giorni prendo consapevolezza del fatto che solo noi siamo i veri artefici del nostro destino e non dobbiamo lasciarci stritolare dalla vita quotidiana. Sono contento di aver realizzato un disco con Toni e Carmen, una rimpatriata tra amici fatta a Punta Lazzo, nello studio di Carmen. Per la prima volta ho registrato un disco recuperando odori e sapori di casa».
La monotonia dei giorni è composto da dieci tracce ed è pubblicato da Narciso records, mentre la distribuzione è affidata alla Universal Italia. Un lavoro nel quale la cantantessa cura gli arrangiamenti e suona la maggior parte delle chitarre elettriche e dei bassi. Le tastiere sono affidate a Elena Guerriero, a Luca solo il compito delle chitarre acustiche.
«Me la sono presa comoda – continua Madonia – questo disco rappresenta il mio ritorno dopo quattro anni. Ho cercato di scindere l’uomo dall’artista provando a indagare nei miei sentimenti per poi soffermarmi, come diceva Gaber, sui piccoli spostamenti del cuore. Fare musica è un mestiere, devi decidere di suonare e se sei fortunato becchi l’ispirazione al momento giusto. Ma resta un mestiere. Volevamo che questo disco suonasse analogico e non digitale, per recuperare il più possibile l’essenza del suono del vinile. Ai miei tempi i dischi si spolpavano e quello era l’approccio giusto per innamorarsi dell’artista. Sono molto contento anche della partecipazione di Donatella Finocchiaro, altra voce femminile del disco che canta Mi solleverai. È stata scelta senza indugi perché volevamo una figura in grado di esibirsi come cantante e allo stesso tempo essere interprete. Un’artista in grado di cantare e allo stesso tempo recitare, e non potevamo fare scelta migliore».
Nella chiacchierata con la stampa Luca Madonia trova anche lo spazio per parlare senza veli della sua città. «Questo lavoro ha rappresentato un’urgenza artistica ma c’è un’altra urgenza, ulteriore e altrettanto importante: Catania. La primavera tarda ad arrivare – sottolinea l’artista – Probabilmente non arriverà mai e dobbiamo farcene una ragione. Ed è fatto ovvio, normale, arrabbiarsi per come oggi vanno le cose. Catania è una città che abbiamo visto esplodere ed implodere tante volte. Ora dobbiamo lavorare sodo per renderla migliore. Dobbiamo farlo per i nostri figli».
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