Lotta alla mafia? Non proprio, dopo la Dia si smantella anche la “Catturandi”

Squilla il telefono. Rispondo. “Smantellano la ‘Catturandi’ diamoci da fare. Ci sentiamo dopo”. Cerco notizie su internet, faccio qualche chiamata. Niente. Niente di Niente. L’unica cosa che trovo è un comunicato della segreteria provinciale del SIAP di Palermo su Radio 100 Passi dove si legge:

“Questore e Dirigente della Mobile di Palermo iniziano a smantellare di fatto la CATTURANDI. Già la mitica CATTURANDI, squadra formata da quegli uomini sulle cui fatiche e sacrifici si sono, anche, fondate le carriere e le fortune di molti Dirigenti. Sarà un caso che lo smantellamento di questa squadra avvenga per mano del primo che non ci ha ricavato un ragno dal buco?”.
Parole durissime. Pesanti. Motivazione ufficiale? Spending review, tagli.
Tagli? La crisi economica è un toccasana per le mafie che riciclano ed investono nei settori in crisi e a Roma che fanno? Tagliano i fondi alla giustizia, alla struttura voluta da Giovanni Falcone, la DIA, alla “Catturandi” di Palermo. Non tagliano la mala-amministrazione, le poltrone in più, gli sprechi, gli F-35. No.
Tagliano i letti d’ospedale, le borse di studio e chiudono la “Catturandi”. “Abbiamo ancora vive le immagini festanti della parte sana della gioventù di Palermo adunatasi sotto la Squadra Mobile- scrive il sindacato di polizia-  eravamo lì quando con cori da stadio i giovani, che credevano possibile e volevano una Palermo migliore, inneggiavano alla cattura di Provenzano, dei Lo Piccolo, di Pulizzi, Adamo, Nicchi, Raccuglia…fino all’ultimo recente arresto in Venezuela di Bonomolo.

Segno dei tempi che cambiavano, segno di un mondo in evoluzione di una Palermo ogni giorno più solare. Non era solo un reparto della Mobile da incardinare in un’ottica spartitoria di risorse e compiti, é stata ed é il segno che la mafia poteva essere sconfitta, che i suoi mostri sacri non erano intoccabili, che vincere era possibile, che IL SANGUE DEI TROPPI COLLEGHI CHE CI HANNO PRECEDUTO NON ERA STATO VERSATO INVANO. Sulle fredde scrivanie dei ragionieri delle ragioni dei conti e degli “straordinari” e delle “missioni” tutto ciò non é valso a nulla”.

” Di fatti la CATTURANDI viene smembrata. L’affidabilità, l’esperienza, la professionalità, i sacrifici di alcuni dei suoi uomini e donne, proprio mentre si sta cercando ad un tiro di schioppo l’ultimo grande latitante, vengono destinate altrove. Si doveva aspettare ancora un attimo. Si deve dare la possibilità di chiudere il cerchio a quegli uomini che hanno avuto il gravissimo torto di essere stati troppo bravi, di avere arrestato tutti”.

Nella “Catturandi” ci sono persone che hanno dedicato la loro vita allo Stato, al loro lavoro. Non sappiamo se siano uomini o donne, non sappiamo nulla. L’unica cosa che ci è concessa sono i loro occhi. Gli occhi della Sicilia che vuole cambiare. Non possiamo accettare tutto questo in silenzio.

Vogliamo delle risposte, dal Questore di Palermo (questore.pa@poliziadistato.it) e dal Ministro Cancellieri (scrivialministro@interno.it).
“Questa è una questione che riguarda i mezzi per la lotta alla mafia e che quindi riguarda tutti i cittadini”.

Salvo Ognibene

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