«L’ospedale di Niscemi chiuderà». Questa certezza, detta a bassa voce, attraversa i corridoi della struttura dedicata a suor Cecilia Basarocco. Dopo aver scongiurato la soppressione almeno due volte negli ultimi anni a causa dei decreti di riordino della sanità regionale e dopo aver subito la chiusura di tre reparti, l’ospedale niscemese potrebbe chiudere per la carenza di medici anestesisti. «Da una settimana – spiega Francesco La Rosa, sindaco del Comune nisseno – nel nostro ospedale non si fanno interventi chirurgici. I pazienti vengono trasferiti in ambulanza al Vittorio Emanuele di Gela. In questo modo i nostri ammalati sono sottoposti a un penoso calvario, quando invece potrebbero essere benissimo curati nella propria città. Continuando di questo passo il Basarocco chiuderà per inedia».
Gli anestesisti attualmente sono due: Roberto Caruso e Salvatore Evola. Ma presto il primo andrà in pensione e tutto il carico di lavoro verrà affidato a Evola che, per poter garantire il servizio, dovrebbe essere affiancato da altri colleghi. «Dopo aver consultato il manager dell’Asp, che mi ha allargato le braccia per mancanza di risorse, ho deciso di rivolgermi direttamente all’assessore Gucciardi», ha aggiunto il sindaco. Nessuna disponibilità dunque da parte dell’azienda sanitaria a distaccare stabilmente nuovi medici anestesisti a Niscemi. «Per poter funzionare in modo ottimale, garantendo un servizio di qualità, l’ospedale avrebbe bisogno di almeno altri tre, quattro per coprire i turni di lavoro e gli straordinari previsti. I medici distaccati temporaneamente servono a malapena per coprire i turni di guardia – rivela un sanitario che però preferisce rimanere anonimo –. La carenza di personale e i turni estenuanti creano infatti la ricetta perfetta per una chiusura indolore».
Qualche mese fa la sezione lavoro del Tribunale di Gela aveva dato ragione ai due anestesisti attualmente in servizio, ritenendo che l’eccessivo ricorso ai turni di reperibilità a cui erano assegnati per mancanza di personale fossero illegittimi e non in linea con il contratto nazionale di lavoro. Dal 2012 infatti Caruso e Evola continuano a chiedere all’Asp che venga nominato un nuovo anestesista per alleggerire il loro carico di lavoro. Secondo il Tribunale «sottoporre un lavoratore a turni estenuanti può inficiare le capacità cognitive e professionali. È infatti nota la delicatezza e l’importanza della mansione di anestesista e dei rischi connessi alla relativa prestazione, sopratutto se non svolta nell’ambito di un clima lavorativo sereno».
Stop dunque al ricorso agli straordinari e alla reperibilità da parte dell’Asp al di fuori di casi eccezionali limitati nel tempo per permettere ai medici di lavorare serenamente. Ma in un periodo di permanente spending review per la sanità regionale probabilmente non sarà possibile rimpiazzare il medico che quest’anno andrà in pensione. E, se Evola dovesse rimanere solo, i niscemesi assisteranno alla totale paralisi dell’ospedale. Dunque alla sua chiusura per mancanza di personale.
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