«Un popolo senza teatro è un popolo morto». Uno striscione con questa frase di Federico García Lorca, dall’alto della facciata del Teatro Bellini, accoglie quanti passano stasera dalla piazza che ospita il Massimo. Lo hanno appeso i membri dell’orchestra del Bellini per protestare contro i tagli fatti dalle istituzioni locali e regionali. Riduzione di fondi che, come spiegano i sindacati, «rischia di paralizzare la stagione teatrale da giugno in poi».
La singolare contestazione coincide con la prima dell’attesissima opera Le nozze di Figaro. All’ingresso del Teatro erano presenti due agenti delle forze dell’ordine a cavallo, oltre a un numeroso gruppo di vip e spettatori elegantissimi, in attesa di entrare. Secondo quando confermato dai due agenti, oltre allo striscione all’esterno, prima dello spettacolo – approfittando del nutrito pubblico accorso per assistere all’opera – gli orchestranti si sono riuniti in assemblea per discutere dei danni causati dalle riduzioni e per proiettare un video di protesta.
Ma la contestazione non finisce qui. Martedì 8 maggio, alle 10, si svolgerà una manifestazione “artistica” a favore della cultura e contro i tagli fatti da enti locali e Regione. Il concentramento è previsto in piazza Università, da cui partità un corteo che, attraverso via Etnea, raggiungerà la Prefettura di Catania.
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