Doveva arrivare oggi a Palermo, per un incontro con il presidente della Regione Raffaele Lombardo, e poi, con la stampa. La mistra delle ‘lacrime di coccodrillo’, quella che ha pianto mentre comunicava la botta della riforma delle pensioni sulla testa del ceto medio-basso. La stessa che, ora, sta provando a distruggere l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, di concerto con un governo che gli italiani non hanno votato. Parliamo ovviamente di Elsa Fornero (nella foto) ministro del Lavoro.
Non sappiamo se abbia cancellato il suo viaggio per le notizie di ieri su Lombardo (l’imputazione coatta per concorso esterno alla mafia e voto di scambio), o se sia stata trattenuta da altro. Sappiamo però che ce ne faremo una ragione. Forse l’unico piacere che avremmo avuto nell’incontrarla sarebbe stato quello di rivolgerle l’esortazione di Milena Gabanelli. La giornalista di Report, quando la ministra ha detto che le pensioni, calcolate in base al sistema retributivo, sono un “privilegio” non si è trattenuta: “Peccato che anche lei ne stia approfittando e non abbia alcuna intenzione, per il momento, di rinunciarci. Le vigliaccate andrebbero chiamate con il loro nome – ha spiegato senza peli sulla lingua la giornalista di Raitre -. La differenza fra 1.200 euro e 800 per un pensionato che non ha niente altro, è quella che passa fra la povertà e la dignità”. “Bene – incalza a proposito delle ricongiunzioni previdenziali -, intanto che ripensa a questa norma, e speriamo che ci ripensi per questo gruppo di persone, per questo gruppo di pensionati coinvolti in queste ricongiunzioni e diciamo non sappiamo che numero sono ma sono migliaia, intanto che dice ‘fate sacrifici’, ne faccia uno anche lei e rinunci al retributivo”.
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