Long drink/ Elezioni a Palermo, il grande circo è in onda…

Un palermitano che vive all’estero torna a Palermo dopo anni per vedere cosa succede per le elezioni. E ha ha subito la sensazione che i palermitani vivano in un’altra dimensione, forse la quarta dimensione, o la quinta.

Il “mood” è inizialmente d’interesse, poi di disgusto, poi di volontà di capirci qualcosa nonostante tutto, poi di disorientamento con annessa labirintite, infine di puro divertimento.

A conti fatti, è una carnevalata grottesca degna d’essere considerata per un romanzo surreale.

Ben dodici candidati a sindaco, 1319 candidati per 50 posti di consigliere comunale e, secondo le ultime stime statistiche, circa 2100 candidati per otto circoscrizioni, che pare siano gli antichi “quartieri”. Eh sì, per conoscere il numero dei candidati si deve ricorrere ad una stima, alla statistica, ad una forchetta previsionale.

Pare ci sia un candidato per ogni 116 elettori. Altro che spezzettamento: uno spezzatino, un’insalata, un cuscus di candidati! E meno male che c’è lo sbarramento del 5% perché i candidati di una qualsiasi lista siano effettivamente eletti! Ne sono state presentate ben ventotto, di liste. E sono comunque meno delle trentadue delle precedenti elezioni, dove però i candidati a sindaco erano “solo” cinque. Oggi il record di dieci candidati del 1997 è stato battuto. Ci saranno sicuramente candidati che otterranno quantità omeopatiche di voti. Forse ne trarranno beneficio per la salute.

C’è di tutto. Giovani in carriera, cavalli di ritorno, volti nuovi ma anziani, ufficiali dei carabinieri, giovanissimi comunisti, deputati regionali, blogger, giornalisti, seguaci di comici televisivi, finti candidati dediti a film per adulti, Matusalemix, Abraracourcix, modelle, portaborse, porta-lettighe, tantissimi avvocati, voltagabbana, finti liberisti, antichi socialisti, finti comunisti, nostalgici democristiani, verdi, rossi, arancioni, neri, gialli, rosanero, rosso-blu, a pois gialli su fondo viola, panini con mortadella, perette giganti, e naturalmente nani, saltimbanchi e ballerine. Tutto. A Palermo, non ci priviamo di nulla: né della munnizza per le strade, né delle primarie contestate, né del libro dei sogni, e nemmeno del ridicolo incipiente. Il grande circo delle elezioni municipali della ‘capitale’ siciliana è in onda| Venghino, venghino, siori!

La “viugna”, la vergogna, di fronte al resto del nostro Paese è assicurata, certa. Ognuno di noi sarà assalito da questo esercito di cercatori di voto che ci attaccherà senza tregua per le prossime settimane promettendo mari e monti, nuove metropolitane e linee tranviarie, città pulita e sicura, un posto di lavoro per tutti, la certezza della fama internazionale, una città “normale”, cultura e spettacoli a go-go, fontane di soldi dell’Unione Europea pronte a scorrere in tutte le piazze, piste sciistiche su Monte Cuccio, tre Natali all’anno, festa tutti i giorni, cioccolatini, caramelle, ricchi premi, bingo milionari, sicure vincite al lotto, parcheggi per tutti e ovunque, macchine volanti, autobus che effettivamente circolano senza bisogno di pagare alcun biglietto, biciclette che camminano da sole, panini imburrati di sopra e di sotto, Luna Park, paese dei balocchi, il campo dei miracoli e tutto ciò che ha già detto il recentemente compianto Lucio Dalla in una sua famosa canzone.

Di certo ci sarà la carta. Tanta carta. Intere foreste saranno trasformate i “santini” elettorali, manifesti da attaccare abusivamente, foglietti informativi, pamphlet per analfabeti, volantini da buttar via quanto prima. La munnizza per le strade crescerà di certo sotto forma di carta.

Ma, se non altro, c’è da divertirsi. E da sprofondare nel ridicolo. E poi tornarsene a casa, come la sera dopo la sbornia della vittoria dei mondiali di calcio: con un pugno di mosche in mano e la certezza che la vita continuerà come prima, peggio di prima. E cioè con la disoccupazione, la munnizza per le strade, le tasse che crescono, le bollette da pagare, la crisi, l’emigrazione. Si torna “a casa”, all’estero o nella “Padania”, a lavorare (pochi) o a cercare un lavoro (molti).

La vita continuerà, anche dopo la fine del mondo delle elezioni palermitane del 2012. Con tante altre promesse non mantenute , un nuovo sindaco ed altri cinquanta consiglieri che, per lo meno loro, hanno risolto la loro vita per i prossimi cinque anni. Buon per loro. Almeno qualcuno avrà guadagnato qualcosa da queste elezioni. A loro andranno i nostri più sentiti complimenti per essere riusciti, ancora una volta, a prendere per i fondelli circa 300 mila elettori e 700 mila residenti. A tutti i candidati a sindaco vanno i nostri auguri d’essere eletti per governare l’ulteriore disastro di questa città. Che resta grottesca e ridicola.

Palermitani, buon divertimento! C’è rimasto solo quello, in attesa della fine del mondo prossima ventura.

Foto sopra a sinistra: un’immgine di Palermo prima delle elezioni

Foto al centro: una metafora di Palermo dopo le elezioni

Foto in basso a sinistra: la Cabala

 

Gabriele Bonafede

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