Cinque testimoni, un’indagine per una presunta fuga di notizie e un’altra su alcuni soggetti coinvolti nel caso. Sono gli elementi della strategia difensiva dell’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo. Che da oggi inizia ufficialmente a Catania il suo processo per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato da celebrare con il rito abbreviato. «Il procedimento potrebbe concludersi in primavera», ipotizza il suo legale, Guido Ziccone. Ma si stacca dall’indagine gemella sul fratello e deputato nazionale Mpa Angelo Lombardo, che ha scelto di proseguire con il rito ordinario.
Una richiesta, quella di far presto, avanzata dai legali dell’ex governatore già da tempo e da sempre legata ad alcune condizioni. Accolta, con il consenso della Procura etnea, la richiesta della difesa di sentire in aula cinque testimoni. Tra tutti, il neo collaboratore di giustizia ed ex reggente del clan catanese dei Santapaola Giuseppe Mirabile: il boss, in carcere dal 2003, avrebbe infatti raccontato ai magistrati dei fatti appresi indirettamente che riguardano anche Lombardo. E poi il geologo Giovanni Barbagallo, considerato dai magistrati il tramite principale tra i fratelli Lombardo e la criminalità organizzata, condannato a quasi dieci anni per associazione mafiosa nel processo Iblis. Un personaggio che invece potrebbe essere stato pressato dai magistrati per incastrare i due secondo il legale dell’ex governatore Alessandro Benedetti.
Nella lista dei testimoni chiamati dalla difesa anche l’imprenditore Vincenzo Basilotta. Lo stesso che si è occupato dei lavori di ristrutturazione nel 2003 della casa in campagna del governatore, a Ramacca, usando calcestruzzo proveniente «dalla ditta di un esponente mafioso di Palagonia e 200 camion di terra vegetale dal centro commerciale Porte di Catania, allora in costruzione» sempre da Basilotta, raccontava in aula il maggiore dei Ros Lucio Arcidiacono. E ancora un altro imprenditore, Mariano Incarbone, favorito da Lombardo secondo i Carabinieri con un finanziamento regionale da 12mila euro per il parcheggio catanese Sanzio. Presunto favore ricambiato con un altro finanziamento «nel 2008 di 50mila euro per la campagna elettorale dellMpa». Chiamato a testimoniare, infine, anche l’avvocato Luciano Brancato. Presidente del Centro agroalimentare siciliano (Maas), di proprietà pubblica e per lo più regionale, già citato sempre dal maggiore Arcidiacono. «A giugno del 2008, subito dopo le elezioni, scade il bando per lassegnazione degli stalli al mercato racconta Arcidiacono Nel 2009, i primi affidatari risultano diverse ditte in cui compaiono pregiudicati», la maggior parte per reati di mafia. A occuparsi della costruzione del mercato è, ancora una volta, Basilotta.
Oltre ad ascoltare i testimoni, però, i legali puntano anche a produrre un’indagine difensiva su alcuni dei tanti soggetti che in questi mesi «hanno riferito fatti che riguardano Lombardo». Così come la relazione sui rifiuti in Sicilia redatta dall’onorevole del Pdl Gaetano Pecorella dell’apposita commissione parlamentare. E, soprattutto, gli atti di un procedimento in corso a Messina su una presunta fuga di notizie che riguardano le vicende giudiziarie catanesi di Raffaele Lombardo. Un’indagine dei magistrati messinesi sui rapporti tra colleghi etnei e giornalisti. Documentazione, quest’ultima, «che non rientra nell’ambito di questo procedimento e rischia di introdurre elementi oscuri», secondo il procuratore capo di Catania Giovanni Salvi che si è opposto alla richiesta dei legali. La decisione spetta però al giudice Rizza. A partire dalla prossima udienza, fissata per il 30 ottobre, in cui è prevista l’audizione di Barbagallo e Brancato.
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