Locali di Palermo chiusi per occupazione abusiva degli spazi pubblici: il Comune ci ripensa

COME MAI QUESTA MARCIA INDIETRO DOPO TANTA ARROGANZA? FORSE ORLANDO E COMPAGNI, ADESSO, TEMONO CHE IL TAR SICILIA GLI DIA TORTO?

Dopo aver fatto chiudere otto locali per occupazione più o meno abusiva di suolo pubblico il Comune di Palermo ci ripensa. O almeno così sembra, perché da questa lunatica amministrazione comunale – che in quanto tale non sembra vivere in un Paese con un’economia distrutta dalla crisi economica, ma – per l’appunto – sulla luna in compagnia di Astolfo – c’è da aspettarsi di tutto.

Sembra, infatti, che il Comune di Palermo, sempre a caccia di soldi, si sia un po’ addolcito. Forse a Palazzo delle Aquile – sede del Comune del capoluogo dell’Isola – pensano che non l’approvazione del mutuo ‘ascaro’ da parte dell’Ars qualche ‘milionata’ di euro verrà dirottata anche a Palermo. O forse perché hanno capito, come si dice dalle nostre parti, ca picciuli un c’innè. Chissà.

Fatto sta che i Quintino Sella di Palazzo delle Aquile avrebbero un po’ mollato la presa. Così, almeno, sembra, a giudicare da un comunicato diramato da Confartigianato Palermo:

“Accettiamo di buon grado la decisione del vice sindaco, Cesare Lapiana, sulla sospensione delle chiusure. Ma si tratta di una decisione che doveva essere presa prima, proprio come aveva proposto Confartigianato sin dall’inizio”, dice il presidente provinciale di questa organizzazione imprenditoriale, Nunzio Reina.

Reina commenta l’ordinanza comunale che “congela” le chiusure delle attività sanzionate per l’occupazione abusiva del suolo pubblico in attesa dei giudizi di merito del Tar, Tribunale amministrativo regionale della Sicilia.

In effetti, se il Tar dovesse dare ragione ai commercianti, il Comune di Palermo sarebbe nei ‘casini’: dovrebbe pagare i danni ai titolari degli esercizi commerciali che ha fatto chiudere. Peraltro durante le vacanze pasquali. Danni economici doppi, forse tripli. E’ per questo che il Comune di Palermo si è rimangiata l’ordinanza di chiusura?   

“Tra tutti coloro che hanno presentato ricorso ci sono otto iscritti a Confartigianato”, dice Reina. Che, a proposito delle chiusure dei locali, in un momento di grave crisi economica, aggiunge: “Una procedura che si poteva evitare se il provvedimento fosse stato adottato caso per caso, senza danneggiare chi, tra l’altro, è stato costretto nel frattempo a chiudere anche a ridosso della Pasqua. E’ comunque un bene che altre altre attività non debbano abbassare la saracinesca nei prossimi giorni”.

Che dire? Che se il Tar dovesse dare ragione ai commercianti, il Sindaco Leoluca Orlando e alcuni tra i suoi assessori dovrebbero andare a nascondersi per i prossimi dieci anni…

 

Redazione

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