Lo strano ‘caso’ di Gaspare Vitrano e le incongruenze ‘topografiche’ della Giustizia

Prima doveva stare lontano dalla Sicilia. E lui, in effetti, stava a Roma. Poi, finalmente, gli hanno dato il permesso di tornare nella nostra regione. Ma non può mettere piede a Palermo. Per evitare che ‘bazzichi’ tra i luoghi dove avrebbe commesso il reato. Il condizionale è d’obbligo perché sarà il processo, infatti, a stabilire se Gaspare Vitrano, parlamentare regionale del Pd, arrestato mentre teneva tra le mani diecimila euro che gli sarebbero stati consegnati da un imprenditore che opera nel settore delle energie alternative.
La storia è brutta. Bruttissima. E, lo ripetiamo, toccherà alla magistratura stabilire se il suo è un reato o se, come si è sempre difeso Vitrano, i soldi che aveva tra le mani erano il frutto della sua partecipazione societaria in quanto, appunto, socio di una società che opera nel campo delle energie alternative.
In punto – per quanto ci riguarda – non è questo. Sulle sue eventuali responsabilità, come abbiamo già sottolineato, dediceranno i giudici. A noi, in questa sede, interessa mettere a fuoco l’incongruenza di un provvedimento adottato dalla Giustizia nei riguardi di Vitrano. Che, come già accennato, non può mettere piede a Palermo, città dove avrebbe commesso il reato. E infatti il parlamentare – perché Vitrano è ancora deputato di Sala d’Ercole a tutti gli effetti – risiede a Misilmeri, che è il suo paese di origine.
A parte la prima incongruenza – già sottolineata qualche mese fa dagli organi di stampa – di un parlamentare che, pur restando tale, non può mettere piede in parlamento (cioè a Sala d’Ercole) – c’è una seconda incongruenza.
Palermo, è vero, è la sede degli uffici della Regione siciliana: quegli uffici che Vitrano batteva in lungo e in largo per esercitare la sua attività di parlamentare. Ma gli uffici della Regione sono presenti in tutta la Sicilia. Ci sono, per l’appunto, gli uffici periferici dell’amministrazione regionale: uffici periferici presenti nelle altre otto province e anche nei medi e piccoli centri (esempio: gli ispettorati forestali e gli uffici periferici dell’agricoltura, o gli uffici del lavoro).
Poi ci sono – sempre fuori da Palermo – anche uffici ben più importanti. A Catania – tanto per citare un paio di esempi – c’è la sede di rappresentanza dell’Assemblea regionale siciliana e la sontuosa sede di rappresentanza della presidenza della Regione. In queste sedi periferiche, stando a quello che abbiamo capito, l’onorevole Vitrano avrebbe – o ha – libero accesso…

Redazione

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