Lo strano ‘caso’ di Cateno De Luca

Della strana, molto strana, anzi stranissima vicenda giudiziaria dell’onorevole Cateno De Luca non posso scrivere nulla perché non conosco le carte. Ma dell’attività parlamentare di De Luca posso, invece, dare testimonianza diretta. Tra la fine di marzo e l’aprile di quest’anno collaboravo con un quotidiano siciliano (allora linksicilia non era ancora in rete). Avevo ricevuto l’incarico di seguire il dibattito sul bilancio in discussione a Sala d’Ercole. Ed è stato allora che ho conosciuto De Luca: e ho conosciuto, soprattutto, la sua grande conoscenza dei meccanismi di bilancio e, in generale, della vita parlamentare.
Tra i deputati dell’Ars dell’attuale legislatura, De Luca, oltre che tra i più liberi, è anche tra i più preparati. Un parlamentare che fa scrupolosamente il proprio lavoro, documentandosi – sempre con puntualità – su svariati argomenti. Soprattutto economici e di bilancio. Debbo dire che, quando ho seguito il dibattito sul bilancio, è stato grazie ai suoi interventi che ho scoperto cose che, a dir la verità, non conoscevo.
Di De Luca, ad esempio, ricordo i suoi puntuali interventi in Aula sulle società collegate alla Regione siciliana. Sapevo – perché lo prevede la legge finanziaria regionale del 2010 – che il governo deve far conoscere all’Aula tutte le attività e tutte le passività delle 34 società partecipate dalla Regione (e non 14 come ripete qualche disinformato o, peggio, chi cerca di disinformare i siciliani, perché la cosiddetta riforma – o razionalizzazione di tali società – è ancora n ‘nobile’ proposito da attuare). Una previsione che mi è sempre sembrata esagerata, se non folle, in una Sicilia dove la mentalità mafiosa, prima che la mafia, non è mai stata debellata.
Delle attività e, soprattutto, delle passività né lo scorso aprile, né oggi abbiamo avuto notizia. Però De Luca tirò fuori un’indiscrezione, mai smentita, stando alla quale le passività delle società collegate alla Regione, al 31 dicembre 2010, ammontavano a 5 miliardi e 800 milioni di euro. Vero? Falso?
Ricordo che l’entità della cifra mi colpì. Mi aspettavo, dal governo regionale, una replica, magari una smentita. Non è mai arrivata né l’una, né l’altra. Come avevo previsto, il governo non ha mai reso noti i ‘numeri’ delle società collegate. Anche perché, in Assemblea regionale, nessuno glieli ha chiesi. Pazienza. Su questo argomento, chissà perché, i parlamentari dell’Ars (con la sola eccezione di De Luca, ovviamente) non hanno mai avuto grandi curiosità. Quanto al governo, beh, con tutti gli annunci che i vari Lombardo, Armao, Russo regalano ogni giorno ai siciliani, gli stessi Lombardo, Arma e Russo non possono certo perdere il loro tempo per attività ‘futili’ come, ad esempio, fare chiarezza sui conti delle società collegate alla Regione. In fondo, che sono 5 miliardi e 800 milioni di euro? Nulla in confronto all’eternità della vita. E ancora meno rispetto alla possibilità che ha la Sicilia di farsi riconoscere le accise da Roma – da 7 a 8 miliardi di euro – per pagare i debiti e andare avanti…
L’arresto di De Luca non mi ha mai convinto. Perché era l’unico – dico l’unico – parlamentare a fare veramente opposizione, in Aula e fuori. Ricordo – e lo ricordo ai lettori di Link Sicilia – che il bilancio regionale 2011, approvato nell’aprile di quest’anno, è passato grazie al ruolo fondamentale esercitato dalle opposizioni e, segnatamente, del Pdl. Se le opposizioni avessero voluto, il bilancio – che per altro è caratterizzato da entrate fittizie – non sarebbe mai stato approvato.
Con la ‘bocciatura’ del bilancio, governo e Assemblea regionale siciliana sarebbero andati a casa. E forse è per questo che i parlamentari di opposizione, alla fine, hanno fatto ‘passare’ il bilancio: per non andare a casa e tenersi i 20 mila euro a testa di indennità. La politica siciliana, oggi, è anche questo.
L’unico che sarebbe andato a casa, pur di non fare passare un bilancio che definiva “falso”, era proprio De Luca. Che, ricordo ancora, a un certo punto rilasciò una dichiarazione spiegando di essere “all’opposizione non soltanto del governo, ma di tutta l’Assemblea regionale”.
In Sicilia, si sa, restare soli è sempre un rischio. Mai restare soli e isolati. De Luca, quando viene arrestato per una vecchia vicenda, se non ricordo male, di abusivismo edilizio, è solo e isolato. Anche se, in effetti – e questo dobbiamo dirlo per correttezza e per amore di ‘verità’ – in Sicilia tutti quelli che hanno ‘massacrato’ le coste con l’abusivismo edilizio sono stati arrestati e le abitazioni abusive sono state tutte abbattute: tant’è vero che mai, in oltre sessant’anni di Autonomia, il parlamento dell’Isola ha approvato leggi di sanatoria edilizia e non si è mai verificato che uno o due parlamentari abbiano presentato un disegno di legge per sanare le abitazioni abusive lungo le coste…
Ieri abbiamo avuto notizia che la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio tutto l’ambaradan giudiziario che ha colpito De Luca. Senza rinvio significa che tutta la costruzione giudiziaria non stava in piedi.
De Luca – così ha annunciato – racconterà quello che pensa di questa storia in na imminente conferenza stampa. A noi, raccontando le nostre impressioni su questa vicenda, interessa soltanto aiutare i nostri lettori a capire che cosa è oggi la Sicilia: politica e non soltanto politica. Ci siamo riusciti? Lo speriamo.

 

Giulio Ambrosetti

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