Il volto di Giovanni Falcone sembra coperto di sangue. Il murales che ritrae il giudice ucciso dalla mafia è stato imbrattato dopo solo tre giorni dal 23 maggio, anniversario della sua morte e giorno dell’inaugurazione. Una secchiata di vernice rossa ha rovinato un lavoro durato due settimane, realizzato da Addiopizzo Catania in viale Ulisse. E non è la prima volta. Nelle scorse settimane anche la scritta che Addiopizzo aveva realizzato a Nesima è stata oggetto di atti vandalici. Ma questa volta il gesto ha ben altra violenza espressiva.

«Lo hanno fatto questa mattina, in una delle poche ore in cui qui non c’era nessuno» dichiara una ragazza di Addiopizzo. Lei, come tanti altri volontari dell’associazione antiracket, ha assistito nelle lunghe ore di lavoro l’artista Antonio “Anc” Barbagallo. Questa sera lei e gli altri ragazzi di Addiopizzo, si trovano davanti al murales nonostante lo sconforto. Ma non sono soli. La proposta di Cittàinsieme di un «appuntamento alle 20, per far capire che non ci arrenderemo mai», partita nel pomeriggio, ha portato un centinaio di catanesi davanti a quel muro sulla circonvallazione. Tanti i rappresentanti di associazioni, tanti i ragazzi, insieme a qualche giovane politico. Tutti concordano: «hanno sfregiato il volto di chi vuole una cultura della legalità a Catania», come dichiara lo stesso Simone Luca, presidente di Addiopizzo. Ma i volti non sono tristi: si sorride, si scherza, l’aria è carica di ottimismo, nonostante tutto. È quindi facile credere a Simone Luca quando aggiunge: «trasformeremo l’amarezza in determinazione per portare a termine il murales».

Di determinazione Addiopizzo del resto ne ha già dimostrata tanta. «Sembra quasi un botta e risposta», ci dice infatti Beppe, un altro volontario dell’associazione. Nelle ultime due settimane, ad ogni azione di Addiopizzo è corrisposto un atto vandalico. «La prima volta, nel murales realizzato a Nesima, è stata cancellata la frase “contro la mafia”, lasciando sul muro solo un ambiguo “l’amore per la memoria e l’impegno dell’azione”». La scritta è stata subito ripristinata, ma mentre si iniziava il murales con Falcone, arrivava un nuovo atto vandalico al murales di Nesima: «hanno aggiunto una p e una f alla parola mafia, in modo da farla diventare “paffia”. Sembrava una ragazzata». Poi sono arrivate le altre scritte.

«Il primo sfregio al murales di Falcone diceva: “viva gli amici di Silvione con la Croma della Fiat”». Falcone come è noto viaggiava su una Fiat Croma al momento dell’attentato, ma chi è Silvione? Berlusconi? Che messaggio vuole mandare l’autore degli atti vandalici? Si tratta sempre della stessa persona? «L’autore delle scritte sembra che conosca i nostri orari, che ci segua. Ed è comparsa la scritta “viva i giudici della circonvallazione”, in entrambi i murales, prima a Nesima e poi a Ognina».

Oggi invece rosso sangue sul volto di Giovanni Falcone. «L’effetto è voluto» ci dice Antonio, l’autore del murales, tanto che «anche le pietre sopra il muro sono sporche di rosso». La vernice è stata versata dall’alto.
Antonio sorride, lui che tanta fatica e impegno ha messo nell’opera, ma non ha idea su chi potrebbe essere il vandalo. «Potrebbe essere qualcuno con seri problemi di relazioni sociali, perché non credo che sia un intervento della mafia. Noi metteremo tutti i mezzi per trovare chi è stato, ma soprattutto per far durare quest’opera». Rifarà tutto da capo? «Il murales verrà ripristinato e cercheremo di non doverlo ripristinare più».

Tra gli intervenuti, le parole di condanna verso il gesto sono totali, ma l’ottimismo per il futuro non abbandona nessuno, a iniziare da Mirko Viola di Cittàinsieme, che è stato il primo «promotore» dell’incontro. «Abbiamo accolto con molto piacere l’invito dei ragazzi di Addio Pizzo di partecipare insieme a loro al dolore che stanno vivendo. Questo sfregio, a pochi giorni dall’anniversario della morte di Falcone, si ripercuote su tutti i catanesi onesti, e sarebbe normale lo sconforto. Ma avvenimenti come questi devono incrementare l’impegno che mettiamo nella vita quotidiana a favore della legalità». 

Anche secondo Grazia Giurato, storico volto della società civile catanese, membro di Cittàinsieme e di numerose altre associazioni il gesto «manda un messaggio intimidatorio alla città tutta, non solo ai ragazzi di Addiopizzo, che sono contro la mafia e lottano per la cultura della legalità. Dobbiamo essergli vicini come oggi».

Simone Luca infine riassume l’impegno di tutti i ragazzi dell’associazione di cui è presidente. «Lo sfregio del volto di Giovanni Falcone rappresenta lo sfregio del volto di tutti i siciliani onesti. Hanno sfregiato il volto di chi vuole una cultura della legalità a Catania. Porteremo a termine il murales, perché il murales è per i catanesi e dei catanesi». L’autore degli atti vandalici non può che cedere il secchio di vernice davanti a tanta determinazione.

Leandro Perrotta

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