Lo ‘schiaffo’ di Rita Borsellino al Pd

“Capisco che in troppi facciano fatica a comprendere, ma per me e per il bene che voglio alla mia terra, l’etica viene prima di qualsiasi poltrona. Avevo chiesto che proprio sull’etica il centrosinistra trovasse l’unità politica, ma così non è stato. Un seggio è stato annullato e nessuno si è assunto le responsabilità di quanto accaduto allo Zen come in altri seggi. Ne prendo atto. Ma io resto fermamente convinta che il centrosinistra non potrà mai proporsi come reale alternativa per Palermo se non affronterà in maniera coerente e chiara la questione morale”.

Parola di Rita Borsellino, che risponde al Pd che, da Roma a Palermo, fa quadrato su Fabrizio Ferrandelli, il vincitore delle primarie del centrosinistra del 4 marzo scorso celebrate all’ombra (è il caso di dirlo) dei brogli.

“Non si possono archiviare come inevitabili o ritenere accettabili pratiche che sono lontane anni luce dalla democrazia – sottolinea ancora Rita Borsellino – oltre che dagli stessi valori del centrosinistra. Solo così potremo costruire un rinnovamento che non sia solo di facciata, ma etico prima ancora che politico. Spero che quanto successo in questi mesi non comprometta la possibilità per Palermo di avere una classe dirigente capace di portare la città fuori dal disastro politico, economico, sociale e anche etico in cui versa da troppo tempo”.

“In questi giorni – continua Rita Borsellino — sono state scritte e dette tante cose sul mio conto, la stragrande maggioranza sbagliate e fuorvianti. All’indomani delle primarie, avevo detto chiaramente di avere preso atto del risultato, rimandando però la valutazione finale nell’attesa che i garanti facessero chiarezza sulle decine di denunce presentate da cittadini e rappresentanti di seggio, tanto più alla luce dell’apertura di indagini da parte della Procura. Denunce che parlavano di intimidazioni, distribuzione di tessere elettorali e di denaro davanti ai gazebo. I garanti hanno accertato che allo Zen la rappresentante di lista distribuiva al seggio tessere elettorali che poi ritirava e conservava a casa propria. Questo è controllo del voto, un reato. La pensano così i garanti, che hanno annullato il seggio. E’ possibile che nessuno si sia assunto la responsabilità di quanto accaduto? E’ possibile che si voglia fare passare ciò che costituisce un reato come normale, ‘perché tanto si è sempre fatto così’? Io questo non lo posso accettare”.

“Non posso accettare – aggiunge Rita Borsellino – il fatto in sé, ma anche e soprattutto il modo in cui si è cercato di nascondere il fatto dietro una coltre di retorica. Per me – conclude – chi è responsabile delle azioni che hanno portato all’annullamento del seggio dello Zen avrebbe dovuto assumersi le proprie responsabilità e chiedere almeno scusa ai 30 mila elettori, ma non lo ha fatto. Evidentemente, c’è chi pensa che la conquista del potere venga prima di qualsiasi questione morale. Io l’ho sempre pensata diversamente e continuerò a farlo. Per rispetto del popolo delle primarie e più in generale di tutti i palermitani”

 

Redazione

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