Lo ‘schiaffo’ di Monti al Parlamento

di Politicus

Stamattina Mario Monti ha finalmente tolto il disturbo. Ma l’ha fatto alla sua maniera: ignorando il Parlamento dove ha messo piede solo perché nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica. Con le dimissioni in tasca il capo del Governo si è recato al Quirinale, sede della presidenza della Repubblica. Una prassi insolita, perché è in Parlamento che il capo del Governo avrebbe dovuto recarsi per formalizzare la crisi.

Invece Monti è andato, di fatto, da chi l’ha nominato: cioè dal capo dello Stato. E non, invece, da chi gli ha consentito di governare per un anno circa, producendo enormi danni al nostro Paese: e cioè in Parlamento.

Di fatto, con questo ‘schiaffo’ istituzionale che Monti ha sferrato al luogo che rappresenta la centralità politica del nostro Paese, il Presidente del Consiglio dimissionario conclude il suo nefasto ciclo là dove l’ha iniziato: al di fuori dal Parlamento.

Solo una forza politica ha fatto notare – stigmatizzandolo – il gesto di Monti: Italia dei Valori. Peer il resto, silenzio.

Il gesto di Monti non va sottovalutato. Perché è molto più grave di quanto non sembri. Ignorando il Parlamento, i gruppi di potere che Monti rappresenta – e cioè le massonerie finanziarie, bancarie e commerciali non dell’Unione Europea, ma di chi si è impossessato abusivamente dell’Unione Europea – hanno fatto sapere all’Italia democratica che loro continueranno a comandare. Che gli italiani, nei prossimi anni, dovranno continuare a pagare tasse e a impoverirsi. E, soprattutto, al pari di Grecia e Spagna, dovranno restare prigionieri di ‘questa’ Unione Europea e dell’euro.

Da due giorni si attendono le decisioni di Monti: si candiderà alla guida del nostro Paese? Non si candiderà? Economicus vi anticipa la risposta: Monti non si candiderà. Non perché è una persona corretta che si vuole mantenere neutrale, ma perché non ha dove andare.

I poteri che lo sostengono – europei più che italiani – si sono già fatti i conti. E hanno capito che gli italiani non lo voteranno manco sparati. Perché sono stanchi delle sue tasse e del suo malgoverno.

Il problema dei potentati massonici, finanziari, bancari e commerciali che lo sostengono è quello di trovare qualcuno che si candidi al posto di Monti e vinca. Questo potrebbe essere Casini che, in barba al cattolicesimo che professa, è ormai legato mani e piedi al massone Monti.

Il problema che in questo momento travaglia i poteri forti europei è che sanno perfettamente che Casini, Montezemolo e ‘frattaglie’ varie perderanno le elezioni. Riusciranno a far fare a Bersani – si chiedono i massoni dell’Unione Europea – quello che dovrebbe fare Monti, e cioè continuare a far pagare tasse e tasse agli italiani riducendoli in mutande?

La garanzia potrebbe essere rappresentata da Monti presidente della Repubblica. Ma i massoni della UE, per come si stanno mettendo le cose, temono che il Parlamento che verrà eletto il prossimo 24 febbraio ritrovi quello che non ha avuto nell’ultimo anno il Parlamento ormai in uscita: e cioè un sussulto di dignità istituzionale, che potrebbe portare i futuri parlamentari a ‘impiombare’ Monti nel segreto dell’urna, non eleggendolo presidente della Repubblica.

Come si può notare, l’Unione Europea dei massoni, della finanza ‘creativa’, delle banche e del commercio comincia, giorno dopo giorno, a diventare incompatibile con la democrazia.

Già si governa con un esecutivo – la Commissione – che non risponde al popolo sovrano dei Paesi europei, ma alle massoneria finanziarie e ai vari potentati. Già tutti i trattati europei non vengono sottoposti al giudizio del popolo con referendum. Ma adesso anche i Parlamenti risultano d’ ‘intralcio’ agli “immancabili destini” dell’Unione Europea delle massonerie e della finanza.

La vicenda italiana è emblematica. Ed è un campanello d’allarme per i potentati massonici che si sono impossessati dell’Unione Europea.

Gli italiani hanno capito che Monti ha affossato l’Italia. Dopo un anno di ‘cura’ del Professore le piccole e medie imprese italiane – ovvero la ‘spina dorsale’ dell’economia italiana – sono con il ‘culo a terra’. Le famiglie sono allo stremo. Siamo stati riempiti di tasse e imposte, ma i conti dell’Italia, lungi dall’essere migliorati, sono peggiorati. Lo testimonia il debito pubblico che ormai supera i 2 mila miliardi di euro: un record negativo. Nessuno, nella storia italiana, ha fatto peggio di Monti. Nemmeno Craxi, Forlani e Andreotti.

Ciò significa che tutti i ‘sacrifici’ imposti da Monti agli italiani non sono serviti per rilanciare l’economia del nostro Paese, ma per affossarla, dal momento che le tasse e le imposte che gli italiani hanno pagato sono servite, di fatto, a pagare gli interessi del debito pubblico.

Gli italiani cominciano a capire che l’euro, così com’è gestito, è un disastro. E che l’uscita dall’euro non è più un tabù. E hanno capito, inoltre, che se l’Italia esce dall’euro crolla il sistema truffaldino che fino ad oggi ha consentito alla Germania di pagare l’enorme costo della propria riunificazione facendolo pagare agli altri Paesi europei con il gioco perverso e demonico dello spread.

Piaccia o no a Monti, al suo gruppo di Bilderberg e alle massonerie finanziarie e bancarie, ma le elezioni italiane segneranno un punto di svolta. Non contro l’Unione Europea, ma contro chi si è impossessato dell’Unione Europea per finalità che nulla hanno a che vedere con la pace e con la crescita economica di tutta l’Europa.

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Redazione

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