Lo sbarco della Lega all’Ars tra i dubbi della base Gelo nella chat interna e coordinatori perplessi

La notizia è arrivata secca, ieri pomeriggio, sulla chat whatsapp della Lega in salsa sicula. E non ha suscitato, per ore, alcun commento. Favorevoli? Contrari? Soprattutto perplessi. È così che si possono definire i leghisti della prima ora nell’Isola. Anche perché, e non è un dettaglio da poco, da quanto filtra dalle retrovie, persino i coordinatori, sia regionali che locali, avrebbero appreso del nuovo gruppo all’Assemblea regionale siciliana, capitanato da Antonio Catalfamo e composto anche da Giovanni Bulla, Orazio Ragusa e Marianna Caronia, dalle indiscrezioni delle scorse settimane sulla stampa. 

Nessuna comunicazione ufficiale, a quanto pare, sarebbe passata tra l’emissario veneto di Salvini, Stefano Candiani, e i coordinatori. Che, al netto di qualche pubblica esternazione, non pare abbiano preso benissimo la cosa. Non tanto, appunto, per i nomi, ma per le modalità di gestione del processo, deficitario sotto il profilo della partecipazione. Al punto che ieri pomeriggio, quando Candiani ha incontrato i quattro deputati del gruppo all’ombra del verde dell’hotel Magaggiari di Terrasini, per un brindisi e la foto di rito a corredo del comunicato ufficiale, avrebbe consegnato ai quattro neo leghisti di Sicilia una lista completa di numeri e mail dei coordinatori nei territori. 

I quattro hanno inoltre sottoscritto il codice etico della Lega ed è stata soprattutto l’occasione per Candiani per illustrare il piano aziendale del Carroccio. Già, perché in casa Salvini poco o nulla sembra lasciato all’improvvisazione. Così, ecco che ai quattro è stato spiegato come gestire il fronte politico da ora in avanti, a cominciare dal fatto che, piaccia o meno, la linea di Salvini non va criticata. Mai. Le esternazioni, per quanto spesso audaci e sopra le righe, non vanno discusse, contestate, messe in dubbio. 

E poi la comunicazione interna, che dovrà sempre passare da mail e canali ufficiali, tutto rigorosamente in forma scritta. Al capogruppo Catalfamo, inoltre, l’arduo compito di stilare un report periodico su quanto prodotto in Assemblea dal gruppo, dalle interrogazioni al lavoro nelle commissioni, fino ai disegni di legge e gli emendamenti presentati. Tutto il lavoro prodotto sarà relazionato e inviato al partito, che ne valuterà l’operato. 

Intanto Salvini fa breccia all’Ars in grande stile, potendo contare sulla presenza dei suoi nei luoghi chiave: dalla conferenza dei capigruppo (Catalfamo), al consiglio di Presidenza (Bulla è un deputato questore), fino a una presidenza di commissione (Ragusa guida la Terza). Manca, insomma, soltanto un assessore regionale. «Siamo il gruppo parlamentare del primo partito d’Italia – commenta Catalfamo – c’è un governatore che avrà ben chiara questa circostanza. E immagino che nei tempi dovuti farà le sue valutazioni. Di certo, come annunciato dallo stesso Musumeci, bisognerà attendere la fine dell’inverno».

Fatta la Lega in Sicilia, però, adesso bisognerà fare i leghisti, parafrasando D’Azeglio. «Abbiamo da strutturare il partito nel territorio» si fa sfuggire Catalfamo, lasciando intravedere lo scarso dialogo ad oggi intercorso tra il gruppo e la base. Ma subito dopo corregge il tiro: «Esiste sul territorio una rappresentanza di persone che hanno già cominciato questo lavoro. Sono risorse che non vanno disperse».

In che modo unire adesso, a freddo, due mondi che non hanno ancora dialogato, non è dato saperlo. Di certo anche di quello si è discusso ieri sera ad Agrigento, dove Candiani ha chiamato a raccolta il direttivo regionale del partito per un primo confronto sul nuovo gruppo, che oggi farà formalmente il suo ingresso in Assemblea regionale.

Miriam Di Peri

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