Si allungano i tempi del rientro a Palermo dei resti di Giovanni Lo Porto, il cooperante 38enne, rapito in Pakistan il 19 gennaio 2012. Da allora non si erano più avute notizie sulle sue sorti, poi lo scorso 22 aprile, la tragica comunicazione della sua morte, da parte della Casa Bianca. Morte avvenuta mesi prima, nel mese di gennaio, nel silenzio più assoluto.
Con nota pubblicata sul sito del Governo lo scorso 20 agosto, si era appreso che le spoglie erano rientrate a Roma e successivamente che si attendeva l’esito dell’esame del Dna. Il 26 agosto scorso poi, la notizia che non c’era ancora il nulla osta della Procura di Roma per il trasferimento a Palermo. Da allora non si sono avute altre notizie.
«Ci sono ancora in corso indagini tecniche – dice a MeridioNews il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Erminio Amelio, che coordina l’indagine aperta sulla morte di Lo Porto -. Accertamenti sia sul Dna ma anche su altri dati. Non ci sono dei tempi precisi, si continua a lavorare affinché possa rientrare a casa il prima possibile. Chiuse queste indagini provvederemo ad emettere il nulla osta per sepoltura».
E sarà il Comune di Palermo a farsi carico delle spese di trasporto e sepoltura. Con determina sindacale e è stato dato mandato al capo area della Partecipazione, servizi al cittadino e mobilità, di provvedere alla concessione a titolo gratuito di sepoltura della salma di Lo Porto nel cimitero dei Rotoli.
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