A PARTE I PROBLEMI GIURIDICI, NON CI SONO I SOLDI. L’INPS NON POTREBBE PAGARE LE PENSIONI AI 23-24 MILA DIPENDENTI DEGLI ENTI LOCALI DA MANDARE. IDEM LA REGIONE SICILIANA. L’UNICA SOLUZIONE E’ IL SALARIO MINIMO GARANTITO
Lo abbiamo scritto qualche giorno fa, lo ribadiamo oggi: il Governo nazionale e il Governo regionale stanno giocando con le vite di circa 80 mila lavoratori precari della Sicilia. Le dichiarazioni che i governanti – soprattutto quelli della Sicilia – rilasciano in queste ore su ipotetici prepensionamenti di dipendenti regionali e comunali sono prive di fondamento logico, economico e giuridico.
E’ in atto una grande presa in giro da parte del Governo regionale di Rosario Crocetta. La tesi di prepensionare dipendenti regionali e comunali per fare posto ai precari, lo ribadiamo, è una fesseria.
Intanto c’è un problema giuridico. Per carità, superabile, visto che ormai, in Italia, lo Stato di diritto sta andando a farsi benedire. Anche la logica, tutto sommato, è superabile: se esiste l’euro-tedesco – vera e propria aporia economica e monetaria – figuriamoci che cosa ci vuole a giustificare, sul piano ‘logico’ 80 mila licenziamenti nelle pubbliche amministrazioni siciliane per fare posto ad altrettanti precari!
Quello che non funzione, in questa proposta balzana, degna, in tutto e per
tutto del Governo Crocetta e dell’attuale Assemblea regionale siciliana che gli tiene bordone nel nome di un improbabile salvataggio delle clientele del precariato, è l’economia.
Lì, sull’economia, o meglio, sui conti economici i fautori di questa proposta vanno a sbattere le corna.
Chi è che dovrebbe pagare i 23-24 mila dipendenti degli enti locali siciliani da mandare in pensione per assumere i 23-24 mila precari? L’Inps. Riflettete, cari lettori di LinkSicilia: riuscite a immaginare l’Inps che si carica il pagamento delle pensioni – anzi, dei prepensionamenti – di 23-24 mila dipendenti dei Comuni siciliani?
Poi ci sarebbero gli altri 45-50 mila precari sparsi tra gli uffici della Regione, negli enti e nelle società regionali, nelle Asp (amministrativi), gli infermieri precari, gli ex Pip e i dipendenti Gesip di Palermo, i 13 mila dipendenti degli Ato rifiuti e via continuando. Tutti precari inventati dalla politica siciliana, ma che la politica siciliana fa finta di non ‘ricordare’ perché, in questa fase, tenta di salvare solo i precari degli enti locali.
Di questi, ovviamente, il Governo regionale non parla. C’è soltanto un breve accenno ai dipendenti regionali da prepensionare per fare posto ai precari. Quanto dipendenti regionali dovrebbero essere mandati in pensione?
I precari creati dalla politica siciliana sparsi qua e là – lo ribadiamo – sono 45-50 mila. E la Regione non ha 45-50 mila soggetti da mandare in prepensionamento.
Tutta questa storia dei prepensionamenti del personale per fare posto ai precari è una minchiata col ‘giummo’. Dalle parti di Sciacca le minchiate col ‘giummo’ sono quelle grandi e leggere: grandi minchiate piene d’aria che galleggiano in mare…
Minchiate col ‘giummo’, insomma. Tra l’altro: chi è che dovrebbe pagare gli improbabili prepensionamenti della Regione?
L’Amministrazione regionale della Sicilia non ha un proprio fondo pensioni. Lo ha ripristinato, ma solo sulla carta, nel 2009. Ma è un guscio vuoto. Una delle tante minchiate del passato Governo di Raffaele Lombardo.
I pensionati della Regione siciliana si pagano con i fondi del Bilancio regionale. Ma la Regione è già in dissesto finanziario non dichiarato.
Quest’anno, nei conti regionali, c’era un ‘buco’ di circa 2 miliardi di euro. Un miliardo di euro è stato ‘spalmato’ negli anni a seguire. Un altro miliardo di euro (per la precisione, 914 milioni di euro) se l’è preso lo Stato. Da qui il ‘bordello’ attuale.
Il prossimo anno Roma si prenderà altri 800 milioni di euro. Incasinando ancora di più i conti della Regione.
Domanda: con quali soldi il Governo Crocetta in tende pagare gli eventuali prepensionati?
Di fatto, conti alla mano, il prepensionamento dei dipendenti regionali per fare posto ai precari della stessa Regione è una doppia minchiata.
La verità è che il Governo Crocetta vuole prendere in giro 80 mila precari. Li vuole licenziare dicendogli: ora vi riassumiamo. Come ha fatto con gli oltre 200 dipendenti della società che gestiva il servizio idrico in 52 Comuni della provincia di Palermo ormai fallita.
Qualche giorno fa il presidente della Regione ha detto a questi lavoratori: ci penso io. Risultato: gli altre 200 dipendenti della società fallita ancora aspettano. Promesse non mantenute. Un classico del Governo Crocetta.
Così facendo, l’attuale Governo regionale pensa di scongiurare gli scioperi di piazza. Per Crocetta e compagni – e per Cgil, Cisl e Uil che gli tengono bordone – un dramma sociale si affronta con un mega raggiro.
Detto questo, la soluzione c’è: il salario minimo garantito per tutti, precari e disoccupati. I soldi, scatenando un gran bordello, vanno chiesti all’Unione europea, alla Bce, al Fondo monetario internazionale e, magari, al gruppo di Bildergerg. Magari chiedendo una raccomandazione al presidente Letta, visto che questi ricconi di Bilderberg lui li conosce.
Altre soluzioni non ce ne sono. Del resto, negli ultimi 4 anni, la Bce ha scaricato un vapore di soldi alle banche. Se una parte di questi soldi vanno alle famiglie siciliane, attraverso l’istituzione del salario minimo garantito, l’economia ne trarrà un keynesiano giovamento.
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