L’Italia tra Alta velocità & Alta stupidità

Scrivere dalla Sicilia dei No Tav – appoggiando questa sacrosanta protesta – è un po’ un paradosso, come ha fatto notare qualche giorno fa il nostro bravo collaboratore Sebastiano Adernò. Nella nostra disastrata Isola, a parte le menzogne e le chiacchiere, le Ferrovie dello Stato – che ormai sono state ‘spezzettate’ in quattro cinque società – dalla seconda metà degli anni ‘80 ad oggi non hanno fatto altro che sbaraccare strade ferrate.
Prima hanno cominciato con i cosiddetti ‘rami secchi’, hanno continuato promettendo raddoppi ferroviari che non sono stati mai realizzati e proseguono – e siamo ai giorni nostri – con il ‘taglio’ dei treni a lunga percorrenza. Di fatto, scopriamo che i soldi tolti alle ferrovie del Sud servono per realizzare la cosiddetta Alta velocità che non serve a nessuno. Anzi, che serve solo alle imprese che la stanno realizzando e alle banche. Una doppia beffa.
In questi giorni, su facebook, circola una bella puntata della trasmissione ‘Servizio pubblico’. Si parla di Alta velocità. C’è un’inchiesta di Marco Travaglio – un collega che non ha bisogno di presentazioni – che dimostra, numeri alla mano, che l’Alta velocità è una presa in giro. E’ diseconomica e dannosa per l’ambiente. Serve solo a certi potentati – forse anche alla ‘ndrangheta – per fare soldi. A spese del bilancio dello Stato.
Già, i conti pubblici del nostro Paese. L’aspetto incredibile di questa vicenda è che il governo Monti ha chiesto – e continua a chiedere – ‘sacrifici’ agli italiani. Per poi sperperare un sacco di soldi per favorire un gruppo di privati, spacciando per opera di interesse pubblico un’infrastruttura che danneggia il territorio e l’economia. C’è un dato fornito da Travaglio che desta impressione: un chilometro di Alta velocità, in Italia, costa 73 milioni di euro. Mentre in Francia costa 10 milioni di euro circa.
Perché questa differenza? Perché in Italia, con questi soldi, si devono pagare le tangenti alla politica e ad altri ‘soggetti’. Travaglio ha aggiunto che quest’opera è stata appaltata alle cooperative ‘rosse’. E questo spiega perché il Pd – a cominciare da quello piemontese, per finire alla segretarie nazionale di questo partito – è schierato a favore dell’Alta velocità.
E la Giustizia? Fino ad oggi ha perseguito i No Tav. E li continia a perseguire. Ed è anche logico: ai tempi di Tangentopoli – ma anche prima e anche dopo, fino ad oggi – quando c’è di mezzo la sinistra la magistratura italiana fa finta di non vedere. Questo atteggiamento della Giustizia del nostro Paese va dalla Val d’Aosta fino alla Sicilia.
Non a caso, proprio qui in Sicilia, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, da quando si è alleato con il Pd non ha avuto più ‘camurrie’ (fastidi, per i non siciliani) con la Giustizia. Non solo. Nella nostra Isola succedono cose strane. Succede, per esempio, che ad Agrigento la gestione dell’acqua continui ad essere affidata ad un privato che viene riempito di soldi pubblici. Il tutto mentre un referendum votato dagli italiani ha stabilito che la gestione dell’acqua deve essere pubblica. Il tutto mentre questo privato, peraltro molto discutibile, sta depauperando le ‘casse’ dei Comuni. Ebbene, a fronte di questo scempio non succede nulla.
I concorsi nella sanità siciliana – per parlare di un altro settore dove la ‘trasparenza’ è solo sbandierata a parole – sono ‘addomesticati’. Al ‘Civico’ di Palermo il nostro giornale, ‘naschiando’ tra i documenti ufficiali di un concorso – ha ‘indovinato’ i nomi di quattro ‘vincitori’ su cinque con un mese di anticipo. E parliamo di concorsi per dirigenti tecnici e amministrativi. Eppure non succede nulla. Tornando ad Agrigento, la capogruppo dell’Udc all’Ars, Giulia Adamo, ha ‘sgamato’ un concorso – sempre ‘addomesticato’ – all’Asp di questa provincia. Le procedure sono state interrotte solo perché – per l’appunto – è intervenuta l’onorevole Adamo. Sennò i posti sarebbero stati assegnati.
La lista potrebbe continuare con le autostrade gestite dalla Regione siciliana, con gli appalti nella sanità pubblica, con l’assegnazione dei collaudi, con la gestione dei rifiuti, con l’assegnazione delle aree industriali, con la distribuzione dei fondi per l’agricoltura che non si sa nelle tasche di chi finiscono, con l’assurda privatizzazione dei beni culturali, con la ricca erogazione sistematica di ‘premi’ ai dirigenti generali della Regione senza che nessuno mai ne verifichi i risultati e via continuando. In Sicilia, insomma, dove c’è di mezzo denaro pubblico, il raggiro e gli artifizi sono la regola, mentre la legalità è rara. Eppue non succede nulla.
Tornando all’inchiesta di Travaglio, colpisce e fa pensare una riflessione del collega. Tanti tecnici – non rivoluzionari, ma esperti del settore – vorrebbero discutere con i fautori dell’Alta velocità. Per spiegare – dati scientifici alla mano – che è un’opera inutile e dannosa. Che non c’è un solo dato tecnico in grado di supportare la realizzazione di tale opera. Un’esagerazione? Nient’affatto. Vent’anni fa si pensava che i cittadini pronti a utilizzare questa via di trasporto sarebbero passati da un milione e mezzo a oltre 7 milioni. Invece oggi sono appena 700 mila.
Gli sponsor dell’Alta velocità, per salvarsi in ‘calcio d’angolo’, dicono che la linea non servirà più per trasportare uomini, ma merci. Che merci? Non si capisce. Si sa, però – lo ha illustrato sempre Marco Travaglio, dati non smentiti – che nel 2000 le merci che attraversavano il tracciato erano 8 milioni di tonnellate. Oggi sono 2 milioni di tonnellate. Insomma: da qualunque parte la si guardi, l’Alta velocità – e qui ci ripetiamo – è un affare per chi la deve realizzare. Ma, rispetto ai reali interessi italiani, è solo Alta stupidità. Ebbene, invece di aprire un dibattito i potentati finanziari, bancari e massonici, appoggiati dal governo Monti, si chiudono a riccio. Nemmeno davanti alla realtà delle cose l’arroganza del potere viene meno, come ha fatto notare qualche giorno fa un altro nostro bravo collaboratore, Livio Ghersi.
Poi, però, la popolazione che protesta nelle piazze viene dipinta a tinte fosche e viene perseguita dalla Giustizia. Con il capo del governo, Mario Monti, che va in televisione per dire che l’Alta velocità deve essere realizzata per “allineare l’Italia all’Europa”.
Ormai è un disco rotto: ogni volta che i ‘banditi’ che in questo momento hanno nelle mani l’Italia debbono far passare una cosa – anche la più grande schifezza – ci dicono che dobbiamo farlo perché così vuole l’Europa.
Questa, purtroppo è la realtà. La verità è che ormai, in Italia, la democrazia sta lentamente cedendo il posto a una sinistra oligarchia fatta di massoni, banchieri, tecnocrati e presunti tali. Di fatto, il passaggio dalla democrazia a un’oligarchia massonica era stata ipotizzata da un certo Licio Gelli con la sua P2. Lo scenario, rispetto ai primi anni ‘80 del secolo scorso, è diverso. Ma i risultati sembrano simili.
Per fortuna, in Italia, c’è ancora un parlamento. Anche se i parlamentari – non a caso, visto quello che sta succedendo – già da un pezzo non vengono eletti dal popolo, ma segnalati dalle segreterie romane: da quelle segreteria romane che, guarda caso, difendono oggi l’Alta velocità.
Per fortuna – lo ripetiamo – la situazione non è ancora compromessa. Bene o male si vota ancora. Non tutti i partiti sono ‘infettati’ dalle tangenti delle tante ‘Alte velocità’ italiane. E, soprattutto, c’è la protesta popolare, unico antidoto allo strapotere della nuova oligarchia massonica, finanziaria e bancaria del nostro Paese. A differenza di altri mezzi d’informazione, che stamattina chiedono “ordine e disciplina”, a noi dell’ordine e della disciplina non ce ne può fregare di meno. Noi ci auguriamo che l’attuale protesta popolare faccia ragionare il governo Monti, costringendolo a chiudere questa ingloriosa e truffaldina pagina dell’Alta velocità.

 

Giulio Ambrosetti

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