Liquidazione Crias, quando Musumeci voleva salvarla Nel 2013 firmò interpellanza contro «politica farisea»

«Un’eventuale soppressione della Crias significherebbe cancellare una pagina di storia siciliana». Parole di Nello Musumeci, ma datate cinque anni fa. Il passaggio è stato portato alla luce questo pomeriggio durante la seduta dell’Ars, in cui è stato bocciato il documento di economia e finanza regionale (Defr), dalla deputata del Movimento 5 stelle Angela Foti. La citazione è presa da un’interpellanza che nel 2013 Musumeci fece al governo Crocetta per proporre interventi che scongiurassero la soppressione della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane siciliane. Lo stesso ente che, stando alla legge di stabilità proposta dall’attuale governo, dovrebbe essere liquidato per confluire, insieme all’Ircac, nell’Isituto regionale per il finanziamento e lo sviluppo delle imprese siciliane (Irfis FinSicilia).

«Strano vedere come il presidente della Regione nel giro di cinque anni abbia cambiato idea – dichiara Foti a MeridioNews -. Musumeci dovrebbe spiegare come mai nel 2013 si spinse a difendere la bontà della Crias, appellandosi alla storia siciliana, al dialogo e alla concertazione con le parti sociali, e oggi invece pensa di liquidarla con poche righe di una finanziaria». Nel testo presentato il 15 marzo 2013 – con il sostegno degli altri componenti del gruppo parlamentare omonimo, gli allora deputati Giovanni Ioppolo, Santi Formica, Carmelo Currenti e Paolo Ruggirello -, Musumeci imputava «a certa politica di farisei» le responsabilità della discutibile gestione della Crias. Azioni che non avrebbero dovuto «penalizzare proprio le imprese artigianeeagricole che hanno trovato nell’istituto un supporto essenziale per la loro sopravvivenza». 

L’allora deputato dell’opposizione sottolineava che la Crias non costituiva  alcun costo per la Regione in quanto nel bilancio non era contenuto un apposito capitolo ed è per questo che la «sua soppressione servirebbe solo a provocare un aumento dei costi del personale regionale, qualora i dipendenti Crias venissero assorbiti nei ruoli della Regione». Valutazione che il governatore parrebbe aver mutato in questi anni. Al comma tre del primo articolo della Finanziaria, infatti, si specifica che entro 90 giorni dall’approvazione della legge dovranno essere individuate le modalità per l’assegnazione del personale della Crias. Se tutto ciò verrà fatto, però, è ancora presto per dirlo: la bocciatura del Defr pone in salito anche il percorso per il via libera alla Finanziaria. 

Simone Olivelli

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