Le celle di un ex carcere piene di opere d’arte contemporanea. Il tutto in un luogo, il castello di Lipari, all’interno di un’area che dal 2000 è patrimonio ambientale Unesco. Il festival artistico Segni e sogni del Mediterraneo inizia oggi e animerà la cittadella fortificata della più vivace delle isole Eolie fino al 7 settembre. E se nel cuore dell’isola già aveva sede il museo archeologico Bernabò Brea, adesso diversi artisti dei giorni nostri ne riempiranno gli spazi che in passato erano destinati a carcere. Un connubio tra passato e presente definito «vincente» dagli organizzatori, un gruppo di imprese di cui è parte la società messinese Syremont, che si è occupata degli interventi architettonici, assieme a Cigno GG edizioni e Arte’m, che hanno invece organizzato le mostre.
A Segni e sogni del Mediterraneo non spetta solo il ruolo di approfondire il rapporto tra il Sud e l’arte, ma anche quello di inaugurare il progetto biennale Mare Eolie, finanziato dall’assessorato regionale ai Beni culturali usando anche fondi europei. Nei documenti ufficiali si parla di un «centro per larte contemporanea nel parco archeologico delle isole Eolie» e di una «rassegna internazionale Eolie», programmati da Palazzo d’Orleans per «valorizzare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali, trasformandole in vantaggio competitivo per aumentare l’attrattività, anche turistica, del territorio, migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile». Un obiettivo di tutto rispetto, da raggiungere entro il 18 settembre 2015 sfruttando i 2.430.000 euro messi a disposizione in parte dall’Unione europea (801.900 euro), in parte dallo Stato (1.139.670 euro) e in parte dalla Regione Sicilia (488.430 euro).
A spenderli si inizia oggi, con l’anteprima della mostra Eolie 1950/2015. Mare motus, curata da Leo Mattarella e Lorenzo Zichichi, che sarà presentata nella sua versione integrale in primavera. Un insieme di fotografie, sculture, video e quadri di artisti come Igor Mitoraj, Fabrizio Plessi, Ernesto Lamagna, Teresa Emanuele, Matteo Basilé, Piero Pizzi Cannella, Maurizio Savini e Tahar Ben Jelloun, tutti nomi noti dell’arte contemporanea italiana e internazionale, e quest’ultimo anche moderatore dei dibattiti che si terranno nel corso della tre giorni. A chiudere la serie d’incontri quello più atteso: Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e politico, discuterà del rapporto tra archeologia e contemporaneo.
[Foto di Alexander Kluge]
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