Il grande pienone, alla vigilia dell’udienza preliminare in cui Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio, non c’è stato. In un porto blindato in ogni suo accesso, il leader della Lega si è presentato sul palco accompagnato dalla giornalista Maria Giovanna Maglie. Un’intervista durata circa un’ora per fare il punto su quanto avvenuto lo scorso anno, quando Salvini era ministro dell’Interno e cominciò un lungo braccio di ferro per lo sbarco dei migranti dalla nave della Guardia costiera Gregoretti. Per una settimana, 135 persone rimasero a bordo dell’imbarcazione.
Lo spartito di questi giorni racconta di una kermesse di tre giorni che avranno il momento cruciale proprio domani. Quando insieme al segretario della Lega ci saranno anche Giorgia Meloni e Antonio Tajani. A chi gli chiede di una pressione mediatica sui giudici Salvini risponde: «Domani la Lega non ha organizzato nessuna manifestazione davanti al tribunale – sottolinea il leader – Mai mi sarei permesso di andare a occupare il libero e legittimo lavoro della magistratura e mi spiace che lì ci sia un partito che di democratico ha solo il nome e va in piazza durante un’udienza».
Chiaro riferimento alla mobilitazione del Pd e della rete regionale di Mai con Salvini. Il raduno è previsto alle 10, stesso orario dell’udienza, a piazza Trento, a poche centinaia di metri dal palazzo di giustizia di piazza Giovanni Verga. Il faccia a faccia con il giudice sicuramente si concluderà con una decisione sul rinvio a giudizio o meno, questo è certo. Intanto Salvini ha pubblicato sulla sua pagina Facebook 50 pagine di memorie difensive, scritte dall’avvocata Giulia Bongiorno. Ogni scelta sulla strategia da adottare in aula è rimandata a domani.
Prima di chiudere l’intervista-comizio, Salvini si è detto «sereno» e non ha disdegnato dure critiche al governo guidato da Giuseppe Conte. Sull’asse M5s e Pd non ha dubbi: «Viviamo un momento di sospensione della democrazia. Vi posso dare la mia parola: non permetteremo a questi signori di tirare a campare per due anni». Poi torna il pensiero dell’importante appuntamento giudiziario di domani. «Questa notte dormirò sereno – spiega – dispiace solo che un padre separato debba passare un venerdì sera e un sabato mattina in un’aula di giustizia. Però, domani andrò forte delle mie idee. Ho fatto quello che la legge permetteva – ribadisce – Io mi alzo la mattina senza vergognarmi».
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