INTERVISTA A FRANCESCO CASCIO, CANDIDATO ALLE EUROPEE NELLA LISTA NCD, PARTITO DI CUI E’ COORDINATORE IN SICILIA
La parola d’ordine per la crescita della Sicilia è una: fiscalità di vantaggio. Ne è convinto l’ex Presidente dell’Ars, Francesco Cascio, deputato regionale e candidato alle prossime elezioni europee nella lista del Nuovo Centro Destra, partito di cui è coordinatore nella nostra regione. Con lui abbiamo parlato di Europa, ma non solo: “In Sicilia pensavamo di avere toccato il fondo con Lombardo, che dopo di lui non poteva esserci niente di peggio. Ci sbagliavamo, e ce lo ha dimostrato Crocetta”. E ancora, il ruolo di Ncd all’Ars, le prospettive future e la legge elettorale siciliana “che va cambiata prima di tornare alle urne”.
Cosa l’ha spinta a candidarsi alle europee?
“Una considerazione di fondo: nell’Unione europea c’è bisogno di più politica. Al momento siamo dominati da tecnici e burocrati e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La politica deve essere più presente per orientare le scelte. Soprattutto in un momento come questo, in cui si sta discutendo dell’accordo di partenariato, da cui dipenderanno i finanziamenti che arriveranno nei Paesi Ue. L’Europa, finora, ci ha imposto solo il risanamento dei conti pubblici. Era necessario, ma adesso bisogna pianificare sviluppo e crescita e questo può farlo la politica non un tecnocarate. Serve, innanzitutto, maggiore elasticità nei paramentri finanziari. Il Fiscal Compact non può essere un freno ad una corretta politica economica che deve avere una visione d’insieme”.
Cosa farebbe per la Sicilia da europarlamentare?
“Per la nostra regione penso che una concreta possibilità di sviluppo potrebbe arrivare dal riconoscimento della fiscalità di vantaggio. Lo Statuto siciliano offre la possibilità di introdurre aliquote differenziate per le imposte anche a favore delle imprese. Non si capisce perché questo debba essere consentito ad alcune regioni europee o ad alcuni stati e non alla Sicilia.Questa è la battaglia che tutti gli europarlamentari siciliani dovrebbero intestarsi. Io lo farò”.
Per il suo partito, le elezioni europee sono un vero e proprio banco di prova.
“Siamo molto fiduciosi. I sondaggi ci danno al di sopra del 7% a livello nazionale, al 12% in Sicilia dove speriamo possa scattare anche il secondo seggio. Le nostre liste sono forti, fatte di persone che hanno lavorato bene per il territorio e questo ci premierà”.
Non teme che un elettore moderato possa preferire Forza Italia a voi? Dopo tutto, c’è chi non ha gradito lo strappo con Berlusconi…
“Su questo punto vorrei essere chiaro. Venivamo accusati di fare parte di un partito padronale dove i territori non avevano voce, dove a dettare la linea ormai erano solo estremisti se non addirittura le ragazze di turno del leader.Ne abbiamo preso atto. Abbiamo voluto staccarci da questo contesto per creare un’area moderata in cui gli italiani possano riconoscersi senza difficoltà. Non vedo proprio di cosa ci si possa accusare. Tra l’altro, il successo che stiamo riscuotendo dimostra che c’era un gran bisogno di un partito moderato alternativo a Forza Italia”.
Veniamo alla Sicilia. Qual ‘è il suo giudizio sul Governo Crocetta?
“Il peggiore governo che io ricordi. Pensavamo di avere toccato il fondo con Lombardo. Non è così. Con Crocetta abbiamo raggiunto quel peggio che era difficile immaginare. Abbiamo un Presidente della Regione che produce continue bolle di sapone, in conflitto costante con le forze politiche, che si prodiga in annunci che poi non trovano riscontro. Che si diletta minacciando denunce senza contenuti. Più in basso di così non siamo mai caduti, la Sicilia è al collasso. Un Presidente della Regione dovrebbe avere un punto di vista diverso, dovrebbe pensare a governare nell’interesse dei siciliani. Cosa che Crocetta non fa. Per sintetizzare potremmo dire che il Governo Crocetta è un Lombardo-bis. E’circondato dagli stessi nomi e dagli stessi apparati”.
Giudizio sferzante. Eppure sul mutuo da un miliardo di euro, la vostra astensione ha, di fatto, aiutato il Governo Crocetta.
“Ancora una volta voglio essere chiaro. Noi siamo all’opposizione e lo abbiamo sempre dimostrato. Questo non significa essere irresponsabili. Se quel mutuo serve a pagare i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, non c’è motivo di opporsi”.
Eppure quel provvedimento resta controverso. C’è chi dice, ad esempio, che sia servito solo a pagare alcune aziende ‘amiche’.
“Mi rifiuto di crederlo. Un amministratore pubblico non può scegliere chi pagare. Penso si sia data precedenza ai debiti più antichi. Se così non fosse, si incorerrebbe in un reato molto grave che è l’abuso d’ufficio e di cui dovrebbero rispondere i responsabili. Ripeto, noi abbiamo solo evitato di creare ulteriori difficoltà alle imprese con la nostra astensione”.
Non sarebbe la prima volta che questo Governo interpreta le leggi ad usum delphini. Pensiamo ad esempio al decreto 39 sulle nomine (incompatibilità e inconferibilità)…
“Indubbiamente Crocetta si ritiene legibus solutus. Ma, ripeto, è un problema suo”.
Torniamo al quadro da lei tracciato sulla situazione in Sicilia. Cosa propone? Ritorno alle urne?
“Le soluzioni possibili sono solo due: un Governo istituzionale che si ponga pochi e concreti obiettivi, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche. Incluso il M5S che dovrebbe cominciare ad assumersi qualche responsabilità. Facile puntare il dito e urlare, altra cosa è mettersi in gioco. Se non c’è questa possibilità, allora è meglio tornare al voto. Il problema però è la legge elettorale”.
In che senso?
“Mi riferisco alla riforma che a ridotto a 70 il numero dei Parlamentari regionali. Riforma che ho portato io in Aula e che è stata approvata anche dal parlamento nazionale, trattandosi di modifica costituzionale. Questa modifica rende necesaria anche la revisione delle legge elettorale, ovviamente. Oggi, se tornassimo al voto, non avremmo una legge elettorale con cui farlo”.
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