Caro Valerio,
il nostro dilemma ieri sera era: Einaudi o Falsch dei Fratelli Dardenne,
inserito in una retrospettiva quasi completa sui due registi belgi e sul
loro cinema, che dalle nostre parti non capita così facilmente di seguire.
Questione di scelta.
I Dardenne insegnano! Tutti i personaggi dei loro film sono costretti a fare delle scelte: mantenere la promesse o tradire… uccidere o iniziare a una vita nuova… aprirsi o chiudersi all’altro…
La nostra, a dire il vero, come scelta era meno drammatica: il concerto o il film. Il primo si può recuperarlo, prima o poi, tra i tanti in giro. Il secondo, forse, sarà quasi impossibile poterlo vedere; oltretutto, all’interno di un contesto di studio e di approfondimento, quale vuole essere questa rassegna.
Perché ho messo Falsch come film di apertura? Non certo per una cattiveria nei confronti dei due registi belgi, né, tantomeno, nei confronti del meraviglioso pubblico catanese, che seguendo così numeroso e interessato le proposte della Sezione Cinema di Etnafest, mi stimola e incoraggia a osare sempre di più. Piuttosto, come tu ben dici, per dare la possibilità allo spettatore di seguire cronologicamente l’evoluzione stilistica di questi grandi registi. Cronologia non vuol dire solo temporalità, ma anche percorso formativo. Falsch è il primo dei lungometraggi dei Dardenne e un importante momento di cesura tra la loro precedente esperienza documentaristica e quella teatrale, fatta prima con Jean Louvet e Arnad Gatti, e quella odierna del cosiddetto “cinema del reale”.
Inoltre, mi sembrava di offriva una chicca, in “anteprima assolta” da Milano in giù, nella serata di apertura al pubblico di Etnafest e a quello di Fuori Circuito, che credo abbia più conoscenza degli altri film che hanno reso noti i due registi in tutto il mondo.
Sapessi quanti sacrifici, contatti e ricontatti, sollecitazioni, ansia e tanti soldi spesi, per fare arrivare Falsch – questo film che hai trovato “medicore” – dal Belgio, dalla casa di produzione dei Dardenne!
La storia del cinema e dei film, è molto più complessa di quando si pensi.
Dalla preproduzione, alla produzione, alla postproduzione, alla distribuzione, alla censura di mercato. Dunque, presentare un film “inedito” e di così difficile reperimento almeno dalle nostre parti, a mio avviso è già un atto di merito, a prescindere dalla qualità dello stesso.
Ma è poi così deludente o “mediocre” Falsch? O lo spettatore, che conosce i famosi 4 film posteriori, ha qualche difficoltà ad accettarlo come opera dardenniana?
Io ti consiglio di rivederlo! I film brutti bisogna vederli almeno due volte. Per quelli belli ne basta una sola. Spesso i brutti migliorano i belli perdono.
Riandando al dilemma Enauidi-Falsch, in realtà era un falso dilemma.
Mercoledì 14 avresti potuto scegliere il concerto e vedere il film sabato 16 in seconda riproposta. Avresti salvato capra e cavoli. Almeno tu! Io che avevo le mani in pasta, non avrei potuto.
Adesso voglio ringraziarti per il tuo intervento (almeno qualcuno smuove le acque) e per farmi ripagare della colpa di averti fatto perdere il concerto di Einaudi voglio regalarti il volume sui Dardenne, pubblicato per questa occasione.
Sebastiano Gesù
(Direttore di Etna Fest/cinema)
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