Durante il consiglio di Facoltà di ieri si è parlato di didattica e del futuro riassetto dei corsi di laurea dovuto alla legge 270, compreso l’eventuale accorpamento di Lettere e Lingue. I docenti e gli studenti non chiudono la porta al dibattito, ma vogliono chiarezza e garanzie sul mantenimento della qualità e sul sostegno dell’asse formativo umanistico dell’Ateneo.
«È fondamentale che l’asse formativo umanistico, linguistico e letterario sia mantenuto e sostenuto dall’Ateneo di Catania con pari dignità rispetto agli altri». Con queste parole il prof. Antonio Pioletti ribadisce la posizione dei docenti della facoltà di Lingue in merito alla recente proposta di creare un’unica facoltà di Lettere, Filosofia e Lingue a Catania. Il dibattito durante il consiglio di Facoltà è stato incentrato sull’offerta formativa e il futuro della didattica, in particolare sono state chiarite alcune tra le novità che riguarderanno Lingue e l’intera Università catanese nei prossimi anni. All’incontro è intervenuto anche il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, che ha espresso il suo sostegno alla facoltà.
«Per l’anno accademico 2010/2011 Lingue rimarrà a Catania e, oltre a garantire il completamento di quelli nati dalla vecchia legge 509, entreranno in vigore i nuovi corsi di laurea in regola con la legge 270. Per l’attivazione di corsi di laurea a Ragusa si aspetta ancora che siano ufficializzati gli accordi con il Consorzio», spiega il docente.
Per quanto riguarda l’anno accademico 2011/2012, per il quale fino a pochi giorni fa si dava per certa la notizia di un trasferimento della Facoltà di Lingue nella sede iblea, dovrebbe partire a breve un processo di totale riorganizzazione dell’Università di Catania, affidato – come spiega sempre Pioletti – alla Commissione organizzazione di Ateneo, presieduta dal prof. Iachello, che verrà integrata dai professori Cozzo e Pignataro. In merito alla voce che nella fusione potrebbe anche essere compresa la facoltà di Scienze della formazione, «per avere notizie certe – continua Pioletti – dobbiamo attendere l’esito dei lavori della commissione. La prima riunione si terrà il prossimo mercoledì 26 maggio. La facoltà di Lingue parteciperà attivamente e costruttivamente alle proposte»
Agli ultimi sviluppi sul fronte catanese fanno riscontro, da Ragusa, segnali di disappunto. Il sindaco Nello Dipasquale e il presidente della Provincia Franco Antoci hanno ieri diffuso una nota in cui parlano di «ingiustificata e incomprensibile retromarcia rispetto all’impegno assunto, che tende a vanificare gli sforzi organizzativi e finanziari compiuti dal territorio ragusano». Una retromarcia, scrivono ancora, «che non tiene in debito conto il notevole sacrificio compiuto dalla comunità ragusana costretta già a rinunciare, in un momento di difficoltà finanziaria che coinvolge il Paese e l’economia internazionale, al percorso formativo della Facoltà di Medicina». I politici ragusani chiedono anche un’intervento del ministro Gelmini per indurre l’Ateneo di Catania «al pieno rispetto dei patti e che conduca all’attivazione dell’intera offerta formativa di Lingue esclusivamente a Ragusa».
E gli studenti? Come riferisce Giampiero Gobbi, ex rappresentante di Lingue, durante il consiglio «è stato chiesto un prolungamento per la sessione d’esami estiva, con l’istituzione di un quarto appello straordinario, in modo da poter recuperare parte del tempo dedicato alle mobilitazioni per sostenere la facoltà». Sul fronte del possibile accorpamento con la nascita della nuova Facoltà di Lettere, Filosofia e Lingue gli studenti non annunciano barricate. «Siamo contrari, perché continuiamo a sperare che Lingue mantenga la sua autonomia – sottolinea Gobbi – ma non chiudiamo la porta ad eventuali discussioni».
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